Per conoscere gli attuali orari di apertura dei luoghi Aperti per Voi a Roma, consultare questa pagina.
 
D'accordo, a Roma sono così tanti i capolavori da non perdere che si potrebbe passare settimane nella città eterna senza vederli tutti. Noi però vogliamo consigliarvi in quest'articolo la scoperta di cinque piccole e grandi meraviglie: sono i monumenti che il Touring Club Italiano contribuisce a tenere aperti grazie ai suoi Soci volontari, nell'ambito dell'iniziativa Aperti per Voi. 
Gli oltre 270 Soci Volontari del Touring Club Italiano a Roma accolgono infatti i visitatori in cinque luoghi dal fascino e dall'importanza eccezionale, ampliandone gli orari di visita e migliorandone l'attività di accoglienza dei visitatori. Grazie al Touring Club Italiano quasi 500.000 persone hanno fruito di questi luoghi unici al mondo: lo straordinario Palazzo del Quirinale, in primis, la "casa degli italiani"; e quello della Farnesina, sede di una prestigiosa collezione d'arte contemporanea. Un piccolo museo, il Boncompagni Ludovisi, raffinato e prezioso. E poi, il Palazzo Borromeo presso la Santa Sede e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano.

1. PALAZZO DEL QUIRINALE
Un vero e proprio fiore all'occhiello per l'iniziativa Aperti per Voi. È infatti dal giugno 2015 che, grazie al Presidente Mattarella, i Volontari Touring accolgono i visitatori presso il Palazzo del Quirinale, la residenza ufficiale del presidente della Repubblica Italiana. Un edificio costruito a partire dal 1583, che divenne residenza papale dagli inizi del Seicento, quindi dei Savoia e poi dei Presidenti repubblicani. Alla sua costruzione e decorazione lavorarono alcuni dei grandi nomi del secolo: gli architetti Domenico Fontana, Carlo Maderno, Ferdinando Fuga, Gian Lorenzo Bernini e i pittori Guido Reni, Pietro da Cortona, Giovanni Paolo Pannini. La visita è un'immersione nella storia d'Italia; del passato pontificio, per esempio, rimangono visibili una collezione di grandi vasi orientali, mobili di fine Seicento e inizio Settecento, importanti quadri e arazzi.
 

«Al Quirinale in una mattinata passano centinaia di persone, bisogna stare nei tempi, rispettare etichette e cerimoniale, quando la visita si estende ai giardini si deve stare attenti a che nessuno si attardi troppo: è un’esperienza totale e assai coinvolgente» racconta Elena Cipriani, dal 2013 volontaria Touring. Coinvolgente perché la gente è curiosa di un palazzo come il Quirinale, vuol vedere il dietro le quinte di quel che è abituata a vedere solo in televisione e così spesso fioccano domande strane. Domande cui ama rispondere Vittorio Gamba, anche lui volontario dal 2013. «Posso dedicare al volontariato culturale solo i fine settimana e mi piace molto andare a prestare servizio lì, perché è un luogo in cui posso entrare davvero in contatto con le persone» racconta Gamba, che ha una passione per la storia di Roma e per l’arte che in città spunta in ogni dove. «Le visite al Quirinale durano un’ora e venti, o due ore e mezza a seconda del giro che si sceglie, ma per vederlo con calma ci vorrebbero cinque, sei ore. Il nostro ruolo non è quello di guide, ma c’è sempre l’occasione di rispondere a domande che non tardano ad arrivare» spiega.

Così Gamba ha imparato a capire quando è il caso di alleggerire la visita con qualche aneddoto. «Chiedono davvero di tutto. Vogliono sapere se è davvero lì che succede la tal cosa o chi è stato in quella stanza». Ma sopratutto cose piccole che poco hanno a che fare con l’arte o con la storia. «Si interessano a come si fa a riscaldare tutte quelle sale visto che non vedono termosifoni a come si puliscono i lampadari» racconta. E lui ha una risposta per tutto, frutto di studio, passione e approfondimento. «I lampadari fino a qualche anno fa venivano calati e lavati goccia a goccia, adesso non è più necessario smontarli. Mentre per il riscaldamento è semplice, ben celati ci sono moderni fan coil...». Per lui accogliere i visitatori al Quirinale è un orgoglio ma anche una sentita responsabilità. «A nostro modo anche noi siamo una faccia del Quirinale, per questo insisto a volerci andare perché per me è un piacere profondo farlo. Anche perché non ci sono al mondo altri palazzi come questo: palazzi con 400 anni di storia che secolo dopo secolo si sono arricchiti di opere e che ancor oggi sono vivi, vissuti e in evoluzione. Qui andiamo dal Rinascimento all’arte contemporanea, da poco voluta dal Presidente Mattarella».
 

Già, Mattarella, il padrone di casa, qualche volta è capitato a volontari e visitatori di incontrarlo. «Non a me di persona, ma addirittura è successo che sia venuto lui a ringraziarci per il nostro impegno nel tenere aperta la sua residenza» spiega Cipriani. «Io l’ho visto solo una volta, nei giardini, che camminava con un pesante faldone di carte» aggiunge Gamba. Ce n’è abbastanza per decidere di diventare volontari.

2. PALAZZO DELLA FARNESINA
Sono ancora pochi i romani e i turisti che conoscono la meravigliosa collezione d'arte del XX secolo conservata nel Palazzo della Farnesina. E ancora meno quelli che hanno avuto il privilegio di visitarla: è solo per un giorno al mese, infatti, che l'enorme edificio (più di 1300 stanze!) progettato nel 1937 dagli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Ballio Morpurgo apre le sue porte, grazie anche alla collaborazione con l'iniziativa Aperti per Voi. Già negli anni Sessanta nel palazzo erano conservati numerosi lavori, poi nel 2000 venne istituita la raccolta d'arte contemporanea del Ministero; in particolare, l'allestimento del piano nobile è dedicato ad alcuni tra i momenti più rappresentativi della storia dell'arte italiana del Novecento, da Mario Sironi ad Alberto Burri, dagli artisti del Gruppo Forma a Jannis Kounellis. Al secondo piano del palazzo è invece rappresentata una selezione delle correnti attive negli anni '80 e '90, con opere, fra gli altri, di Ubaldo Bartolini, Bruno Ceccobelli, Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Alberto Garutti, Felice Levini, Titina Maselli, Piero Pizzi Cannella, Grazia Varisco.
«Quando ho iniziato a fare il volontario alla Farnesina mi sono messo a studiare l’arte contemporanea che non è mai stata davvero di mio gusto, ma non posso certo andar lì senza sapere che cosa c’è esposto. Anche se non è il nostro compito fare le guide, è comunque necessario sapere che cosa stiamo guardando» spiega Fausto Morgantini, tra i pochi volontari ad aver prestato servizio in tutti e cinque i siti che al momento sono aperti grazie ad Aperti per Voi. E deve imparato piuttosto bene, almeno a giudicare dai complimenti. «Una volta in occasione delle aperture speciali per le giornate del contemporaneo a fine giro è arrivata una signora che aveva seguito solo una parte della visita. Mi si è avvicinata e mi ha fatto i complimenti per come mi muovevo con il gruppo tra quelle sale: alla fine ho scoperto che era il Viceministro degli esteri che ne aveva approfittato per una visita con la famiglia». A Fausto, è evidente, piacciono le persone. E piace anche fare il volontario Touring. Anzi, per lui le due cose vanno a braccetto. «Per quarant’anni mi sono occupato di selezione del personale e gestione delle risorse umana, durante il servizio militare ero ufficiale di complemento al comando di 90 persone, per tutta la vita ho avuto una predilezione per le relazioni con la gente e fare il volontario mi permette di continuare a farlo».
 
3. PALAZZO BORROMEO - AMBASCIATA D'ITALIA PRESSO LA SANTA SEDE
Dallo stemma dei Colonna ai ritratti della famiglia Savoia, sino alle testimonianze delle visite dei Pontefici, lo storico palazzo Borromeo offre la possibilità di ripercorrere attraverso le sue stanze la storia di Roma dal Cinquecento ai giorni nostri. Si tratta di un edificio presso il Tevere, non lontano da Villa Borghese; bene del Governo Italiano a seguito dei Patti Lateranensi, è la sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede sin dal 1929. La sua storia affonda le proprie radici nel XVI secolo quando fu edificato per volontà di Papa Pio IV; divenne poi proprietà di San Carlo Borromeo che, nominato Cardinale, divenne Segretario Particolare del Papa e guida della Chiesa ambrosiana; e più tardi della famiglia Colonna.

«Sarà perché è l’unica ambasciata al mondo che si trova sul territorio dello stesso Paese che rappresenta, però quando facciamo le visite sono tutti davvero curiosi, pieni di domande» spiega il Volontario Fausto Morgantini. Una volta c’era un gruppo di Udine, studenti universitari che stavano preparando un esame di diritto canonico e volevano sapere quale fosse la stanza dove sono stati firmati i Patti Lateranensi... che però non è a palazzo Borromeo. Allora mi sono messo a navigare con il telefono e gli ho fatto vedere dove fosse, però li ho accompagnati alla sala del Pianoforte, dove tutti gli anni si incontrano la delegazione italiana e quella della Santa Sede, per festeggiare l’anniversario dei Patti Lateranensi e discutere di eventuali modifiche».

4. MUSEO BONCOMPAGNI LUDOVISI PER LE ARTI DECORATIVE, COSTUME E MODA DEL XX SECOLO
Un raffinato villino di inizio Novecento, contraddistinto da tratti del barocchetto romano e "fioriture" liberty, custodisce preziosi arredi antichi, oggetti d'arte liberty ma anche opere del futurismo, passando per l'universo déco sino ad arrivare al modernismo romano. In mostra anche abiti e accessori da collezione degli anni Venti.

«Prima di far la volontaria ignoravo l’esistenza del museo Boncompagni, lo ammetto» spiega la volontaria Elena Cipriani. Del resto, oggettivamente, come è umanamente possibile conoscere tutto quel che vale la pena vedere in una città come la capitale? «Credo che sia un classico per tutti i romani e non solo. Ma per me fare la volontaria è stata l’occasione giusta per farmi sorprendere ancora una volta dalla grande bellezza di Roma». Così adesso ogni volta che è di turno al museo Boncompagni si prende un momento per ammirare in silenzio la sala al piano terra. «Un salone con pitture che sembrano trompe-l'œil, con un ritratto della proprietaria, la principessa Boncompagni Ludovisi che ogni volta mi lascia abbagliata e in silenzio, per quanto è bello».

Dei cinque luoghi Aperti per Voi della capitale, il museo è l’unico a non essere un palazzo del potere, per decenni visibile solo a chi aveva occasione di entrare in un Ministero o, ancor più di rado, di andar in visita alla ai palazzi che ospitano il Presidente della Repubblica. «Il Boncompagni non si trova nelle strade più battute e non è neanche troppo reclamizzato, eppure rappresenta una piccola gioia tutta da scoprire ed è un piacere farci il turno» conclude Cipriani. 

5. TENUTA PRESIDENZIALE DI CASTELPORZIANO
Un microcosmo sorprendente, visitabile da pochi anni con nuove modalità. Ad appena 25 chilometri dal centro di Roma, la Tenuta Presidenziale di Castelporziano include le storiche tenute di caccia di Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta, caratterizzate da un tipico ecosistema mediterraneo, e circa tre chilometri di spiaggia incontaminata. La sua storia recente è densa di numerosi momenti significativi: se un tempo era tenuta di caccia del re, con l'avvento della Repubblica venne fatta rientrare tra i possedimenti della massima carica dello Stato. Ma le sue testimonianze sono molto più antiche: nel suo perimetro sono stati trovati reperti dell'età del Ferro, poi costruzioni di notabili romani, poi ancora strutture realizzate dai monaci di San Saba (X secolo). Ne è fulcro il castello, rimaneggiato nell'ottocento, che conserva al suo interno arredi sabaudi ed è sede del museo storico archeologico che raccoglie oltre duecento reperti provenienti dagli scavi archeologici effettuati nella tenuta. Il complesso presenta anche un padiglione dedicato alle carrozze.
«Da un punto di vista naturalistico Castelporziano è inaspettato e incredibile: 60 chilometri quadrati di verde, più grande del Vaticano, uno spettacolo. E anche se noi ci limitiamo ad accogliere i visitatori al palazzetto, nei giardini e nella sale delle Carrozze e non lo visitiamo per intero è proprio l’atmosfera, l’aria, che è molto bella» spiega ancora il Volontario Fausto Morgantini. E pazienza che si debba fare mezz’ora in auto e poi prendere un bus per entrare all’interno della tenuta. «Poi qui siamo a stretto contatto con gli studenti, come al Quirinale, e lavorare con loro è un’esperienza nell’esperienza. Ma è anche un modo per imparare, perché i ragazzi parlano in modo diverso da noi, per certi versi più sintetico, quasi. E mi piace osservarli, capire cosa fanno e come lo fanno, rubare con gli occhi e con le orecchie, come mi dissero di fare il primo giorno di lavoro. Una volta dopo un giro alcuni signori si sono avvicinati e tutti seri mi hanno detto: “bravo, professore, li ha preparati proprio bene i ragazzi”. Ho dovuto confessare che non ero stato io a prepararli, ma ero soddisfatto per loro».

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