Cuore del centro storico dell’antica e vivace Bologna, Piazza Maggiore è circondata da edifici medievali e rinascimentali, portici e locali. La piazza si può davvero definire un salotto nobile disegnato e ammodernato a più riprese a partire dal XIII secolo.
Prendiamogli le misure e spostiamo lo sguardo in senso antiorario. A ovest si affaccia il complesso architettonico trecentesco di Palazzo d’Accursio, sede del Comune, il Museo Morandi e le Collezioni Comunali d’Arte. A sud s’eleva l’incompiuta facciata della trecentesca basilica di San Petronio, esempio di gotico italiano, di fronte al Palazzo del Podestà. A est è chiusa dalla facciata di Palazzo dei Banchi che il portico dell’Archiginnasio, comunemente chiamato “il Pavaglione”, per secoli sede dei commerci dei bachi da seta, sede medievale dell’Università ed oggi tra le più fornite biblioteche d’Europa. Mentre sulla parte centrale della piazza ecco il “Crescentone”, la piattaforma pedonale costruita nel 1934.
COME ARRIVARE
È piacevole arrivare in piazza da via Rizzoli, l’importante arteria che collega le due Torri, quella degli Asinelli e la Garisenda, simboli della città, con la piazza. Aperta ai primi del Novecento nell’antico quartiere artigianale del Mercato di mezzo, la percorriamo dalle Torri, godendoci la sua particolare vitalità, i suoi negozi, i caffè e le belle prospettive architettoniche, fino a giungere al cospetto della Fontana del Nettuno, costruita nella seconda metà del Cinquecento, nella Bologna appartenente allo Stato Pontificio, dal Giambologna. E dalla fontana si apprezza la facciata di San Petronio, tesoro religioso del capoluogo emiliano, che troneggia su Piazza Maggiore.
Un dettaglio della fontana del Nettuno /thinkstockphotos 
1. IL PALAZZO DEL PODESTÀ
Sul duecentesco palazzo del Podestà  svetta la torre quadrangolare dell’Arengo, realizzata in cotto da Alberto di San Pietro nel 1259. Prima sede del governo cittadino, presenta oggi un assetto che non si discosta molto da quello originario. Passeggiando sotto il portico si ammirano le sue volte, mentre gli spazi coperti sono animati da  botteghe artigiane, dai fruttivendoli e dai merciai. Un tempo recente, ai notai era riservato lo spazio sotto le scale d’accesso al primo piano per stipulare atti e contratti.
Quella che un tempo era l’aula di giustizia, il grande salone del Podestà al piano nobile, venne utilizzata tra la fine del Cinquecento e la seconda parte del Settecento come Teatro Pubblico, completamente affrescata da Adolfo De Carolis agli inizi del XX secolo.
Il Voltone a crociera del Podestà sostenuto da quattro pilasti sormontati dalle statue di San Petronio, San Francesco, San Domenico e San Procolo, protettori di Bologna, è tristemente noto come il luogo dove venivano eseguite le impiccagioni, ben visibili dal lato di Piazza Maggiore.
2. PALAZZO D’ACCURSIO
Palazzo d’Accursio è la sede del municipio di Bologna. La facciata è caratterizzata dall’imponente portale di Galeazzo Alessi, aggiunto a metà del Cinquecento, e dalla Torre d’Accursio sulla quale, nel XV secolo, fu aggiunto un orologio astronomico con un carosello d’automi che sfilavano ad ogni cambio dell’ora. Il palazzo è un insieme di edifici uniti nel corso dei secoli, con la facciata adornata dalla “Madonna di Piazza con Bambino”, opera in terracotta di Nicolò dell’Arca. Antica sede del legato papale dal XVI al XIX secolo, propone al suo interno la Cappella e la Sala Farnese, la Sala d’Ercole e la sala del Consiglio Comunale.
Il secondo piano ospita invece le Collezioni Comunali d’Arte Antica, con opere del Carracci e di Tintoretto, ed il Museo Morandi, dov’è possibile percorrere la carriera del pittore bolognese attraverso duecento sue opere esposte. Merita una visita anche l’ex Sala Borsa, sede della Biblioteca Comunale.
3. IL PALAZZO DEI NOTAI
Tra Palazzo d’Accursio e la basilica di San Petronio c’è il bel Palazzo dei Notai, per secoli sede della corporazione omonima Anche se eretto in differenti fasi -  il nucleo risale al 1287 - ha in quella destra la sua parte più antica, rifatta da Bartolomeo Fioravanti nel 1442.
Prestando un po’ d’attenzione si può riconoscere sulla facciata l’antico stemma della corporazione, composto da tre calamai con le relative penne d’oca, mentre gl’interni propongono splendidi affreschi quattrocenteschi. Il palazzo si può prendere come punto di riferimento per iniziare il passeggio in via D’Azeglio, la strada cittadina degli acquisti di lusso.
4. LA BASILICA DI SAN PETRONIO
Di fronte al Palazzo del Podestà si trova la basilica di San Petronio, patrono di Bologna. La principale chiesa cittadina ha preso forma nel 1390. Ad oggi, anche se la facciata rimane ancora incompiuta, la copertura della navata maggiore e la chiusura dell’abside riuscirono nel 1663, sotto la direzione di Francesco Martini. Il rivestimento marmoreo della facciata non venne mai completato.
La parte completata è decorata con opere degli scultori Alfonso Lombardi, Amico Aspertini e quel Jacopo della Quercia artefice del capolavoro del portale centrale, la Porta Magna iniziata nel 1425. Al suo fianco si innalza il campanile, realizzato tra il 1481 ed il 1487.
Una volta entrati si percepiscono subito le dimensioni generose scandite dalle tre navate, dai dieci piloni, dalle volte e dagli archi e da ben ventidue cappelle tra cui ovviamente quella celebrativa di San Petronio, decorata da Vittorio Bigari e Stefano Orlandi.
Le altre sono quella di Sant’Abbondio, nella quale, nel 1530, fu incoronato imperatore Carlo V dal Papa Clemente VII, quella di Santa Croce, con affreschi di Pietro Lianori, Giovanni da Modena e Francesco Lola e la Cappella dei Re Magi, l’unica che conserva, praticamente intatta, la decorazione originaria,con le pareti affrescate da Giovanni da Modena. Non si può lasciare la basilica senza soffermarsi sulla impressionante meridiana. A costruirla nel Seicento Gian Domenico Cassini, che riuscì nell’impresa di dare forma alla meridiana più lunga del mondo (tra quelle realizzate all’interno di un edificio).
Bologna, la Basilica di San Petronio /ThinkstockPhotos
5. IL PALAZZO DEI BANCHI
Più che un palazzo è una facciata scenografica per coprire, quando fu eretta, vicoli e strade del retrostante Mercato di Mezzo. Progettata da Jacobo Barozzi, detto il Vignola, presenta una facciata con quindici archi, due dei quali danno accesso a via Clavature e Pescherie Vecchie. È l’edificio più recente che arricchisce piazza Maggiore ed eredita il nome da banchi e botteghe che tra il Quattrocento ed il Cinquecento, esercitavano l’arte cambiaria.
6. IL CRESCENTONE
Lo citiamo per ultimo, ma non in ordine di importanza. Forse perché proprio salendo su questo rettangolo di granito rosa (alto poco più di un gradino) che ricorda l’amata focaccia salata locale (la crescente) si può ammirare la piazza in tutta la sua bellezza. Il Crescentone fu costruito nel 1934, ma divenne un luogo simbolico perché fu il palcoscenico scelto dai bolognesi per festeggiare la liberazione nel 1945.
Dal Crescentone si può certo godere della bellezza della piazza, ma soprattutto si riceve un’istantanea a colori di Bologna, della sua gente, del suo fermento inesauribile.
Il "crescentone" al centro di piazza Maggiore di Bologna /foto Bolognatoday 
                                                                                                      
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