Viaggiare per gioco oggi vi porta in America, nelle terre abitate dalle civiltà precolombiane, e in particolare dai popoli Maya e Aztechi, che per diversi secoli si insediarono nella parte più meridionale del Nord America, tra Messico, Guatemala e Belize.

Questi popoli hanno da sempre solleticato l’immaginario collettivo e sono stati spesso protagonisti di romanzi, film (ricordiamo fra i tanti Le follie dell’imperatore, cartone animato Disney del 2000, e il maestoso Mission (1986), Palma d’oro a Cannes, che narra il loro sterminio a opera dei conquistadores spagnoli, nel XVI secolo) e giochi da tavolo. Anzi, ne avevamo già parlato, in queste pagine, qualche anno fa, quando uscì Tzolkin.

Oggi sono due i titoli di cui parliamo, due giochi leggeri, coloratissimi e adatti a tutti, che riportano in auge il mondo maya e azteco.

Si tratta di Coatl, pubblicato in Italia da Ghenos Games, e di Pakal, edito da Cranio Creations.

Nel complesso pantheon di divinità azteche, il Quetzalcoatl o serpente piumato era in assoluto uno dei più importanti. Era colui che portava la conoscenza, l'inventore dei libri, e veniva associato al pianeta Venere.

Ritroviamo la sua effigie in un arco di tempo di molti secoli, dalla cultura olmeca (1400-400 a.C.) efino ad alcuni edifici toltechi (950-1150 C.): è quindi un’immagine sacra assai ricorrente in varie popolazioni precolombiane di quell’area.

Nel gioco da tavolo a esso ispirato, appunto Coatl, dei francesi Pascale Brassard ed Etienne Dubois-Roy, da 1 a 4 giocatori (sì, esiste anche la possibilità di giocarlo in solitario) competono fra loro per realizzare le raffigurazioni del Serpente piumato richieste loro dalle varie carte obiettivo, utilizzando le parti del corpo del serpente (Testa, coda e segmento centrale) che sono via via a disposizione.

La meccanica è tutta qui: acquisire le sezioni del corpo del serpente più adatte ai propri scopi, cercando di soddisfare i requisiti delle proprie carte-profezia e anche di alcune carte-tempio comuni a tutti i giocatori, che vengono assegnate al primo che le realizza. E’ importante l’ordine in cui si posizionano i pezzi del serpente, la sua lunghezza finale, la presenza (e talvolta l’assenza) di terminati colori.

La partita termina quando un giocatore ha completato tre serpenti piumati: a quel  punto si procede al conteggio dei punti e chi ne ha fatti di più, ovviamente, vince.

Oltre all’immediatezza delle regole, il punto di forza di Coatl è indubbiamente la grafica, coloratissima e seducente, con cui sono stati realizzati non solo i vari pezzi del serpente piumato ma anche le illustrazioni delle carte. Ricordiamo che una partita dura indicativamente 30-45 minuti, il gioco è indicato dai 9 anni in su ed è sicuramente sfidante anche per gli adulti.

L’altro titolo di cui parliamo è Pakal. Vissuto nel VI secolo, Pakal è stato uno dei più grandi sovrani del regno Maya. Vinse numerose battaglie e sotto il suo regno fu sviluppato quello che oggi è uno dei più importanti siti archeologici Maya: Palenque, nello Stato messicano del Chiapas. Palenque è Patrimonio dell’Unesco dal 1987, si estende su 2,5 km quadrati ma si stima che gran parte delle strutture siano ancora nascoste nella fitta vegetazione della zona.

In Pakal, gioco da tavolo competitivo di Luca Bellini e Luca Borsa, da 2 a 4 giocatori si avventurano nella giungla messicana per raggiungere il Tempio perduto, ma la strada è piena di pericoli: occorre essere veloci e attenti allo stesso tempo. Per muoversi, Pakal utilizza il gioco del 15 reinventandone la meccanica: a ogni turno infatti ogni giocatore deve rendere visibili sulla propria plancia i tre simboli della tessera obiettivo di quel turno, per poi avanzare nel percorso. Si può poi scaricare gratuitamente una app dedicata che funge da cronometro su cui potete regolare il livello da difficoltà.

Qui a spiccare è l’originalità della meccanica, che trasforma un classico solitario come il gioco del 15 in un motore competitivo per procedere sul tabellone, verso il traguardo. Qui non ci sono punteggi: chi arriva per primo, vince.

Pakal è un gioco di destrezza e colpo d’occhio, per 2-4 giocatori, decisamente breve (un turno dura 45 secondi, quindi una partita intera di rado supera i 10 minuti), pensato per giocatori dagli 8 anni in su. Anche qui colpisce la grafica, vivace e colorata, che riprende lo stile iconografico atzeco reinventando in maniera giocosa alcuni elementi ricorrenti, come il pappagallo, la fiaccola, la testa di leopardo, il teschio. Ma non è un giochino per bambini, seppure possano giocare anche loro: la meccanica di risoluzione delle mosse può dare del filo da torcere, soprattutto all’inizio.

Entrambi i titoli possono diventare l’occasione per far avvicinare i bambini (ma non solo loro...) al complesso e affascinante mondo dei Maya e degli Aztechi in modo immediato e divertente, magari sognando un futuro viaggio oltreoceano per visitare di persona gli spettacolari siti archeologici di Chichen Itza e Palenque. Anche questo è Viaggiare per Gioco. 

ALTRI ARTICOLI LEGATI AL TEMA DEL GIOCO E DEL VIAGGIO