L'aria frizzante, i fiori di montagna, i prati a perdita d'occhio, mucche che pascolano e vivono libere in alpeggio,un latte profumato e saporito... E' grazie a tutto ciò se i formaggi di Frosolone si sono affermati per la loro intrinseca qualità e genuinità. A partire dal profumatissimo caciocavallo podolico prodotto da latte crudo, per arrivare a scamorze in pasta di caciocavallo, manteche, ricotte, mozzarelle, formaggio primo sale, stracchino, provoloni e burratine. Il merito, certo, va poi anche ai maestri casari locali, che si possono vedere all'opera anche nella Casetta del Pastore allestita nel centro storico del paese, in via Garibaldi (nella foto sotto), dove mettono in mostra la loro abilità nella lavorazione della pasta filata e dove si possono degustare i migliori prodotti di questa tradizione casearia.

I formaggi non sono però l'unica specialità che si può gustare a Frosolone, borgo di montagna la cui tavola ha il suo punto di forza proprio negli ingredienti sani e nelle ricette semplici di una cucina tradizionale contadina. Provate a chiedere agli abitanti locali: si entusiasmeranno a decantarvi il sapore dei fritti nella “fessora”, degli arrosti sulla graticola, dei sughi nelle “tielle”, degli stufati sulla “liscia” del camino, di “sagne e fagioli” cotti nella pentola di terracotta, oppure di un piatto di “polenta coi cicori”, di una fetta di “pizza di grandinie”, di un piatto di minestra di “cascigni”. E poi ci sono ovviamente le carni e i salumi della tradizione molisana, che si avvalgono delle stesse caratteristiche di genuinità che rendono saporiti i formaggi, e che sono spesso legati alla pastorizia: lo scattone, i torcinelli, la salsiccia di maiale, il capicollo.

Qualcosa di più “moderno”? A Frosolone importanza sempre maggiore da un paio di decenni hanno assunto i tartufi, bianchi e neri, un tesoro da sempre presente nel sottosuolo della montagna ma che solo da poco si è iniziato a valorizzare, tanto che in dicembre il borgo ospita una fiera dedicata proprio al tartufo bianco. I funghi, invece, dai porcini ai gallinacci, qui attorno ci sono, si cercano e si mangiano da sempre...

Testo di Roberto Copello; per le foto si ringrazia il Comune.

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Articolo realizzato nell’ambito del progetto RESTA! –finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese-Avviso n.1/2018