Le ex scuderie del Palazzo Lodron Bertelli ospitano il Museo della Malga, dedicato al lavoro svolto dai malgari negli alpeggi sparsi sul territorio della val Rendena e delle Giudicarie, nonché gli agli strumenti da loro utilizzati per la lavorazione del latte e dei suoi derivati. L'idea è stata dell'architetto Maurizio Polla, ex sindaco di Caderzone Terme, e di Gianluigi Rocca, che ha donato al comune di Caderzone la sua collezione di 250 oggetti tradizionali, frutto di un grande amore per la civiltà pastorale del territorio.

Per realizzare il museo è stato restaurato il quattrocentesco Palazzo Lodron Bertelli, l'edificio più prestigioso del paese, possente edificio che ben fa comprendere la storia dell'architettura rustico-rurale della Val Rendena. I lavori hanno riportato il palazzo ai fasti nobiliari del passato, regalando al paese una sala polifunzionale utilizzabile come centro convegni e, dal 2016, anche un prestigioso albergo “residenza storica” a quattro stelle e un ristorante. Al pian terreno si sono recuperate le sale delle scuderie, ricostruite con i muri a vista e con gli stessi sassi di tonalite (una roccia magmatica simile al granito) rinvenuti e numerati dopo il crollo seguito al drammatico incendio del novembre 1976. Allora delle bellissime scuderie si salvarono solo tre elementi: un pilastro in legno del diametro di 60 cm,  la pietra-plinto su cui è appoggiato, infine un grande trave in castagno che sorregge il solaio ligneo del portico. Ben restaurate, oggi ospitano appunto il Museo della Malga, il cui visitatore è accolto da due carri con cui si portavano in malga il letame e i porcellini destinati all'ingrasso. Nelle tre sale sono esposti, su piani trasparenti in cristallo sorretti da piedi in acciaio inox, oggetti relativi al pascolo e alla mungitura, alla casara e ai prodotti della trasformazione del latte, infine alla vita dell'uomo in malga. L'allestimento è volutamente “anti-folcloristico”: non si è voluto cioè ricreare artificiosamente ambienti di vita e di lavoro ormai appartenenti al passato, ma piuttosto far riflettere sulla funzione dei rudimentali oggetti utilizzati dai malgari, tutti originali e raccolti in malghe delle valli Rendena e Giudicarie, spesso presentati con i loro nomi in dialetto.

Da segnalare anche, su di un lato del Palazzo Lodron Bertelli, la cappella gentilizia dedicata a sant'Antonio Abate, voluta nel 1677 da don Gian Giacomo Bertelli: conserva un altare barocco in legno dorato, con la “Madonna del dito”, che tiene un lembo del suo mantello con un dito, e Cristo incoronato di spine.

Testo: Roberto Copello - Foto: Comune di Caderzone Terme

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Articolo realizzato nell’ambito del progetto RESTA! –finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese-Avviso n.1/2018