Appennino Tosco-Emiliano, alle falde del monte Cimone. Tra le valli e i boschi di faggi, ecco Fanano, provincia di Modena, 3000 anime. Un borgo - certificato dal Touring con la Bandiera Arancione - dove da tempo si estrae e si lavora una roccia sedimentaria, costituita da sabbia cementata, che ricorda l'origine marina della catena appenninica. "È un'arenaria grigia" spiega Fabio Facchinetti, presidente dell'associazione USSP (Urban Stone Sculpture Park) "a volte chiamata anche pietra serena, di facile taglio o scalpello. Oggi le cave non lavorano più, ma pietre singole, anche di grandi dimensioni, sono facilmente rintracciabili sul territorio. Così da tempo si è deciso di valorizzare questa risorsa con l'arte. Ed è nato il Simposio Internazionale di Fanano".

Per anni, fin dal 1983, artisti internazionali sono arrivati a Fanano per scolpire l'arenaria, lasciando poi le loro opere nel paese e nelle sue tante frazioni: sono oltre 250 i lavori sparsi su tutto il territorio, un vero e proprio museo d'arte contemporanea a cielo aperto (qui una mappa interattiva). Recentemente, sculture con la pietra di Fanano sono state realizzate per il Comune di Modena e per Papa Francesco. La novità più importante è però che il Simposio, dopo un periodo di stasi, è rinato nel 2024 e poi ancora quest'anno grazie ai fondi provenienti dal PNRR (progetto Piccoli Borghi «Living Lab sui cambiamenti climatici e la biodiversità dei borghi di Fanano»; ne raccontiamo obiettivi e progetti in quest'articolo).

Panorama di Fanano - foto Comune

"Lo scorso anno abbiamo di nuovo indetto un concorso internationale, ricevendo una sessantina di domande" spiega Facchinetti. "Tra i vari progetti, grazie a una commissione di esperti ma anche a una votazione popolare sono stati scelti sei vincitori, che sono stati chiamati a Fanano per realizzare le loro opere. Il tema era l'energia rinnovabile, con un preciso indirizzo verso l'acqua. Poi le opere sono state posizionate nella cosiddetta Eco Area del Lido, vicino alla confluenza dei due torrenti, un luogo molto bello, frutto di recente riqualificazione, dove si può camminare seguendo l'acqua". Ad aiutare gli artisti sono stati quattro "scalpellini" locali, eredi di una tradizione antica (a Fanano sono detti picchiarini). "Sono artigiani che si mettono ad disposizione per coadiuvare gli artisti e sono sempre disponibili per la manutenzione" commenta Facchinetti "non è un aspetto secondario, le opere hanno sempre bisogno di piccoli interventi per non essere travolte dalla natura".

Life di Itkar Kumar Monee, Simposio 2024, Fanano
Life di Itkar Kumar Monee, Simposio 2024, Fanano
Transmutazione appenninica di Wimar van Ommen, Simposio 2024, Fanano
Transmutazione appenninica di Wimar van Ommen, Simposio 2024, Fanano
Icaro di Michele Sassi, Simposio 2024, Fanano

Nel 2025, ecco nuove inziative del Simposio. "Innanzitutto abbiamo proseguito la collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Ravenna" racconta Facchinetti "chiamando per una residenza d'artista sei studentesse, accompagnate dal professor Leonardo Pivi. E grazie alla loro creatività sono state consegnate alla cittadinanza due opere, Foresta di koi e il Convivium naturae". Quest'ultima è una serie di tovaglie da picnic realizzate in mosaico, adagiate sulle rocce del lido. Su di esse, non le invitanti cibarie che ci si aspetterebbe, bensì scarti e rifiuti come ossa, lische di pesce, cartacce. "Intento delle autrici è suscitare una riflessione sui problemi dello spreco e del consumo delle risorsenaturali, in linea con il progetto PNRR, che mira a sollevare una riflessione sull’impatto antropico nei confronti degli ecosistemi naturali" spiega Facchinetti.

La EcoArea del Lido di Fanano, con gli studenti dell'Accademia di Ravenna al lavoro
La EcoArea del Lido di Fanano, con gli studenti dell'Accademia di Ravenna al lavoro
Il Convivium naturae realizzato dagli studenti dell'Accademia di Ravenna
Il Convivium naturae realizzato dagli studenti dell'Accademia di Ravenna

E poi, c'è il progetto di Michele Ciacciofera, curato dalla storica dell'arte Bianca Cerrina Feroni, in conclusione proprio in questi giorni: è un'opera intitolata "Altare del Tempo e dell’Acqua Feconda” e strettamente legata al contesto dell’EcoArea del Lido, dove verrà collocata. Si tratta di otto totem verticali realizzati con blocchi di pietra reperiti in loco, scolpiti e impilati secondo le forme modellate dall’acqua del fiume e dal tempo. Come spiega l’artista: “È un progetto collaborativo con la natura: l’acqua ha modellato nel tempo le pietre suggerendomi le forme delle entità totemiche. Ognuna di esse sarà creata tramite la sovrapposizione e messa in equilibrio di più monoliti che daranno origine a dei veri e propri giganti di pietra”. Due panche in pietra offriranno ai visitatori uno spazio di contemplazione immerso nel verde.

Disegno preparatorio di "Altare del Tempo e dell’Acqua Feconda", courtesy artista/Building Gallery
Disegno preparatorio di "Altare del Tempo e dell’Acqua Feconda", courtesy artista/Building Gallery

Il progetto di Ciacciofera è stato inaugurato sabato 21 giugno con una cerimonia pubblica accompagnata da un concerto di ottoni a cura di ArmoniosaMente ed un aperitivo presso l’EcoArea del Lido di Fanano. Nel weekend è andato in scena anche I Giorni della Marcolfa, ovvero due giorni dedicati alle marcolfe, dette a volte margolfe, una forma particolare di scultura tipica di Fanano e di questo tratto di Appennino a cavallo del crinale tra Toscana ed Emilia Romagna. Si tratta di visi scolpiti nella pietra, che anticamente venivano posti sulle architravi delle case (ma anche su fontane e pareti) come protezione da spiriti maligni e aggressioni. Grazie alla passione del geologo Daniele Sargenti, varie associazioni del territorio hanno parlato di questa forma d'arte, con laboratori, letture, incontri. 

La giornata delle Marcolfe 2024, Fanano - foto di Roberto Leoni/simposiodifanano.eu
La giornata delle Marcolfe 2024, Fanano - foto di Roberto Leoni/simposiodifanano.eu

INFORMAZIONI

Finanziato dall’Unione europea - NextGenerationEU e gestito dal Ministero della Cultura nell’ambito del PNRR - M1C3 - inv.2.1 Attrattività dei borghi - Linea B