Per tutti gli appassionati di archeologia, ecco 5 borghi Bandiera arancione che conservano siti ideali da visitare magari nelle fresche giornate di primavera, per scoprire meglio la storia di questi territori.

A Chiusi, in provincia di Siena, si può visitare il Museo nazionale archeologico, fondato e aperto nella sede attuale nel 1901, che conserva ed espone reperti risalenti all'Età del Bronzo fino a quella Longobarda, con particolare riguardo al periodo etrusco della città. Il biglietto del Museo comprende anche l'ingresso alle suggestive tombe etrusche del Leone, della Pellegrina, della Scimmia e alla Tomba del Colle, ricche di urne, sarcofagi e pitture parietali.Presso il museo sono disponibili laboratori didattici e percorsi di approfondimento per i visitatori. Info  

A Bene Vagienna, in provincia di Cuneo, si trova il sito archeologico Antica Città Romana, fondata dall'imperatore Ottaviano Augusto nell’ultimo quarto del I secolo a.C. Il suo nome originale era Augusta Bagiennorum, situata nella valle del Tanaro, svolgeva il ruolo di importante città strategica per il controllo del transito tra la pianura padana, il mare, le valli degli affluenti del Po e i valichi alpini.Nella piana della Roncaglia, a circa due km dall’abitato di Bene Vagienna, sorgono i resti dell’antica città riportata alla luce nel 1909 grazie agli scavi degli studiosi Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta. Il percorso archeologico è lungo circa 800 metri ed è supportato da una serie di pannelli didattici. La città presenta una pianta trapezoidale, il DecumanusMaximus, della lunghezza di 565 m, costituiva il prolungamento urbano della via delle Gallie. Della sua cinta difensiva rimangono solo i ruderi delle quattro torri quadrate d’angolo e delle due coppie di torri che fiancheggiavano le due porte. Sono visitabili i resti di numerose botteghe, uffici, un foro, un tempio, portici di giardini, ville, case e complessi sepolcrali. Info    

Cetona, a pochi chilometri di distanza da Siena, è famosa per ospitare il Museo civico per la Preistoria del Monte Cetona, che documenta le varie fasi del popolamento umanonel territorio a partire dal Paleolitico fino alla fine dell’Età del Bronzo. La documentazione archeologica è preceduta da un’esposizione nella quale è illustrata l’evoluzione paesaggistica dell’area sulla base delle evidenze geologiche e paleontologiche. Le vicende preistoriche del territorio comprendono una serie di grotte abitate dall’uomo di Neanderthal che ha lasciato come traccia del suo passaggio strumenti di pietra scheggiata e resti di animali cacciati. Il percorso si conclude con uno spazio riservato a esposizioni temporanee. Strettamente collegato al museo è il Parco Archeologico Naturalistico di Belverde, dove è possibile visitare la grotta di San Francesco, gli antri della Noce e del Poggetto, frequentate dall’uomo per scopi funerari o di culto, e i resti degli abitati all’aperto. L’Archeodromo di Belverde, situato non lontano dall’omonima zona archeologica, è un percorso didattico creato per completare e integrare la visita al Museo e al Parco. Le ambientazioni, le strutture e i manufatti riprodotti si ispirano alle fasi della preistoria: sono stati ricostruiti una parte di un villaggio dell’età del bronzo, con capanne a grandezza naturale e aree per le attività artigianali, e un abitato in grotta del paleolitico. Info

Mergozzo, in Piemonte, ospita, all’interno del Museo civico archeologico, la Collezione archeologica di materiali e reperti databili dall’età della pietra fino alle soglie del Medioevo. Al primo piano del museo troviamo la sezione “della pietra” che comprende strumenti e attrezzi da lavoro tradizionale, accanto agli attrezzi sono esposti alcuni manufatti in pietra del paleolitico. Al secondo piano il percorso si articola in due sale, proponendo reperti archeologici ordinati secondo criteri cronologici. I reperti più antichi risalgono alla fine dell’età della pietra e all’età del bronzo e provengono da Mergozzo e da altre località in provincia. La tarda età del ferro è invece rappresentata dai corredi della necropoli di Carcegna (I secolo a.C.). Una seconda sala illustra l’età romana, attraverso i materiali dai numerosi scavi effettuati a Mergozzo. Info  

Nemi, situato sulle sponde dell’omonimo lago, costituisce un’area di particolare valore per i suoi numerosi reperti storici e archeologici, ancor più notevoli in considerazione della vicinanza del sito a Roma, da cui dista solo 30 km. Il tradizionale sfruttamento agricolo del territorio ha contribuito a mantenere pressoché intatto l’ambiente, dove la natura e le attività dell’uomo convivono in modo armonico, rendendo il bacino un vero e proprio museo all’aperto. Il Museo delle Navi Romane, realizzato nel 1935custodisce i resti degli scafi delle imbarcazioni romane dell’imperatore Caligola di 2000 anni fa estratte dalle acque del lago. L’ala sinistra è dedicata alle navi, di cui sono esposti alcuni materiali, come la ricostruzione del tetto con tegole di bronzo, due ancore, il rivestimento della ruota di prua e alcune attrezzerie di bordo originali. L'ala destra invece è dedicata al territorio dei Colli Albani ed espone reperti dell’età del bronzo e dell'età del ferro, tra cui alcuni oggetti ceramici e macine in pietra. Immerso nel bosco che contorna il lago di Nemi, si trova il Santuario di Diana: un complesso archeologico di età ellenistica, organizzato su due piattaforme artificiali sorrette da terrazzamenti in muratura. La prima si sviluppa lungo tutto il lato sud del santuario, mentre la seconda occupa parzialmente il lato nord e quello est.
Il terrazzamento meridionale, caratterizzato da una serie di nicchie triangolari, sostiene la prima platea, mentre l'altro, innalzato superiormente a contenere la spinta della collina, presenta una serie di imponenti nicchie semicircolari. Il complesso archeologico comprendeva un portico con colonne recentemente messo in luce, che si sviluppava parallelamente al perimetro del santuario. Lungo il lato nord, addossate al muro di fondo del santuario, vi sono le cosiddette celle donarie, dalle quali provengono numerosi oggetti votivi (terrecotte, bronzi, monete), e nella zona ovest, sempre sulla prima platea, c’è il tempio. Info

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