Sotto la chiesa della Beata Vergine Annunziata si cela un immenso patrimonio storico e scientifico. Il contributo dei soci volontari Touring di Aperti per Voi
Scoprire la Milano del Seicento grazie a un cimitero: la straordinaria storia del Sepolcreto della Ca’ Granda
Difficile che un milanese non abbia mai messo piede nel bellissimo cortile centrale dell’Università Statale, in via Festa del Perdono: vuoi per averci studiato, vuoi per aver assistito a qualche laurea, vuoi per averci fatto un giro nell’ambito del “Fuorisalone” che ogni anno affianca al colonnato del Richini le più stravaganti opere del design e dell’arte contemporanea. Facilissimo, invece, che quel milanese non sappia che sul retro del cortile, dalla parte opposta dell’ingresso, c’è una chiesa. È intitolata alla Beata Vergine Annunziata e fu costruita sempre dal Richini nel 1637. “Un architetto che ebbe un’idea davvero innovativa” spiega Paolo Galimberti, responsabile dei Beni Culturali per la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. “Dovendo realizzare un sepolcreto sotto la chiesa, che era parte integrante dell’Ospedale Maggiore, creò una cripta tra la chiesa stessa e il sepolcreto: una intercapedine con una preziosa funzione igienica”. Ecco, quella cripta e quel sepolcreto – finalmente visitabili dopo anni, grazie alla Fondazione Ca' Granda e con il contributo dei soci volontari Touring di Aperti per Voi - sono ora protagonisti di uno straordinario progetto di studio, che giorno dopo giorno sta rivelando particolari inediti sulla storia di Milano, sulle persone che abitavano la città, sulle loro malattie e sulle loro abitudini.
Prima di addentrarci nei dettagli dello studio, però, facciamo un passo indietro. Come accennava Galimberti, non dimentichiamo innanzitutto che l’Università Statale di oggi era l’Ospedale Maggiore di ieri, fondato nel 1456 da Francesco Sforza per fornire assistenza gratuita ai più poveri. “Il sepolcreto sotto alla chiesa serviva proprio per accogliere le spoglie delle persone morte nell’ospedale” continua Galimberti. “Fu tuttavia utilizzato soltanto per una settantina d’anni: lo spazio, infatti, si saturò in fretta e la decomposizione era rallentata dal vicino naviglio, che scorreva dove oggi scorre via Sforza. I miasmi erano terribili e alla fine del Seicento si decise di portare i cadaveri a quella che è oggi la Rotonda della Besana e poi altrove”. Si stima in ogni caso che i morti ospitati nel Sepolcreto siano ben 150mila: un numero che trae origine dai “libri mortuorum” conservati nell'Archivio di Stato, che descrivono le cause di decesso caso per caso. “Il sepolcreto tornò poi a essere utilizzato durante le Cinque Giornate di Milano, nel 1848” conclude Galimberti “quando circa 400 cadaveri furono sepolti qui perché non era possibile portarli fuori dalle mura cittadine. Per cinquant’anni lo spazio divenne un sacrario cittadino, finché nel 1898 le spoglie furono traslate sotto al monumento di Piazza Cinque Giornate. E la cripta fu utilizzata come magazzino”.
La cripta della chiesa della Beata Vergine Annunziata, Milano - foto Stefano Brambilla
UNA SITUAZIONE ECCEZIONALE
A parte la parentesi risorgimentale, nessuno quindi ha più toccato nel tempo quel sepolcreto seicentesco. “Una situazione eccezionale” racconta Cristina Cattaneo, responsabile del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano). “Quando siamo entrati per la prima volta nella cripta, nel 2010, si pensava che il sepolcreto fosse un ossario comune, come ne esistono tanti in Italia, e che quindi contenesse ossa commiste (ovvero sparse). Invece no: abbiamo scoperto, grazie alla stratigrafia, che si tratta di deposizioni primarie! I defunti cioè non hanno subito alcun tipo di manomissione al momento della sepoltura e i resti scheletrici risultano essere in connessione anatomica. Un elemento importantissimo per lo studio”. Studio che è iniziato nel 2018 e terminato nella sua prima fase nel 2021, sotto la direzione di Cattaneo e dell'archeologo Fabrizio Slavazzi, con il contributo di Regione Lombardia e la collaborazione dell'Archivio del Policlinico di Milano.
La cripta della chiesa della Beata Vergine Annunziata, Milano - foto Stefano Brambilla
Che cosa dunque hanno scoperto Cattaneo e il suo team, a partire da Mirko Mattia, curatore del volume conclusivo del progetto? “Moltissimi elementi interessanti sulle cause di morte e sullo stato di salute della gente del tempo, innanzitutto” continua Cattaneo. “Esaminando i resti, si capisce che i milanesi del Seicento se la passavano molto meno bene di quelli del Medioevo, per esempio: la malnutrizione era diffusa e la sifilide frequente. Dall’esame dei denti e soprattutto del tartaro - un prezioso archivio di informazioni di tipo paleo nutrizionale e ambientale - si può capire cosa mangiassero quelle persone: soprattutto cereali e legumi, ma anche l'equiseto, una pianta comune e indice di una dieta povera. Mentre alcune calotte craniche ci danno indicazioni sulle autopsie e sulle modalità di cura del tempo, così come i tessuti molli hanno dimostrato la presenza di metalli pesanti, anestetici e antidolorifici derivanti dall’oppio e dal giusquiamo nero. ”Ma non solo le ossa o i tessuti possono fornire dettagli sulla vita del Seicento: nel sepolcreto sono stati trovati anche capelli, unghie, e poi foglie, fusti, semi, insetti, fibre, tessuti. “Sono tutti elementi che stiamo studiando insieme a geologi, archeologi, entomologi, botanici: un team multidisciplinare che è solo all’inizio nell’indagare questa mole immensa di reperti. Grazie al dna, possiamo anche capire la provenienza geografica delle persone: per ora abbiamo trovato soprattutto ceppi nord ed est europei”.
La cripta della chiesa della Beata Vergine Annunziata, Milano - il percorso museale comprende anche un video - foto Stefano Brambilla
IL PERCORSO MUSEALE
In poche parole, dunque, il sepolcreto sotto alla cripta della Beata Vergine Annunziata si preannuncia come un tesoro inestimabile per conoscere a fondo la vita della Milano del Seicento, in particolar modo quella dei più poveri, spesso più difficile da indagare. “Non solo” conclude Cattaneo “studiare le ossa presenti in cripta è fondamentale anche per far luce sulla malattia e la farmacologia dell’epoca. In un contesto davvero unico, tra l’altro: da un lato di via Sforza, abbiamo le vestigia dell’antico ospedale; dall’altra il moderno Policlinico. Quasi a testimoniare battaglie, sconfitte e conquiste mediche e sociali comuni a distanza di secoli: i parallelismi, a partire dalle epidemie (peste vs covid) sono sorprendenti e talvolta inquietanti”.
Oggi la cripta è vistabile nell’ambito del percorso “I Tesori della Ca’ Granda”, dove i soci volontari Touring dal 2019 accolgono i visitatori nell’ambito dell’iniziativa Aperti per Voi. Dopo aver ammirato lo collezione comprendente gli strumenti medici e le bellissime tele nella prima parte del percorso (si leggano gli articoli sotto per maggiori dettagli), si può scendere nella cripta, dove è stato allestito un bel percorso museale che comprende una serie di pannelli illustranti la storia e le analisi che hanno riguardato lo spazio, un supporto multimediale che proietta una serie di contenuti registrati durante lo studio, un’area di attenzione sulla seicentesca Danza macabra del pittore Volpino, dipinta nel Seicento, il laboratorio antropologico e un diorama composto da resti ossei veri, che mostra allo spettatore l’aspetto delle camere ipogee prima dell’avvio dello scavo archeologico. Immersi nella lettura e nella contemplazione, ci si trova immersi nella vita di quasi quattrocento anni fa, finché ci si trova faccia a faccia con due milanesi del Seicento: le ricostruzioni del viso di due donne, ricavate dai loro resti e capelli. Due donne che qui trovarono la morte, ma che grazie a un ospedale e ai progressi della scienza sono passate a vita eterna.
La cripta della chiesa della Beata Vergine Annunziata, Milano - il pannello relativo alla Danza Macabra affrescata sulle pareti - foto Stefano Brambilla
La cripta della chiesa della Beata Vergine Annunziata, Milano - il diorama con lo scavo - foto Stefano Brambilla
INFORMAZIONI
I Tesori della Ca' Granda
Entrata da via Francesco Sforza 28, Milano. Ingresso gratuito.
L'accesso alla cripta e al percorso museale è consentito nei pomeriggi (ore 14-18) dal lunedì al giovedì, grazie all'accoglienza dei soci volontari Touring nell'ambito dell'iniziativa Aperti per Voi.
I Tesori della Ca' Granda sono aperti da lunedì a sabato dalle 10 alle 18; nell'ambito di questi orari, i soci volontari Touring accolgono i visitatori dal lunedì al giovedì (dalle 14 alle 18) e venerdì e sabato (dalle 10 alle 18).
Il Museo resterà chiuso per la pausa estiva da domenica 17 luglio a domenica 11 settembre.