Che Gio Ponti, nella sua vita, abbia disegnato oggetti nei più svariati campi, dalle scenografie teatrali alle sedie, dagli oggetti da cucina agli interni di transatlantici, è cosa nota. Meno noto che il grande architetto e designer milanese, uno tra i più noti del Dopoguerra, abbia progettato anche un gonfalone. E che quel gonfalone, conservato in uno dei luoghi Aperti per Voi dove i soci Volontari Touring accolgono i visitatori - all'interno della Ca' Granda di Milano - sia uno straordinario capolavoro d'arte e di maestria.

La storia è affascinante, non solo per i milanesi, e si intreccia con quella del luogo per cui venne realizzata l'opera. Partiamo proprio dalla Ca' Granda, un grande e scenografico edificio realizzato dagli Sforza nel pieno centro di Milano, che per ben 470 anni aveva servito la città come sede dell'Ospedale Maggiore. Nel 1927 viene deciso di spostare il nosocomio nel quartiere di Niguarda e trasformare la storica struttura in via Festa del Perdono nella sede principale della neonata Università statale. Un processo lungo, difficile, iniziato già vent'anni prima; il cantiere di Niguarda, peraltro, si apre solo cinque anni dopo, nel 1932 (terminerà sette anni dopo, nel 1939). 

Proprio nel 1932 il Consiglio degli Istituti ospedalieri decide di far realizzare un'insegna ufficiale dell'Ospedale Maggiore. Sono tempi in cui tutti gli enti avevano uno stendardo, che veniva portato in parata nelle cerimonie ufficiali e mostrato nelle occasioni più importanti. A realizzarlo, viene chiamato il quarantunenne Gio Ponti mentre per finanziare l'opera viene lanciata una raccolta fondi che riscuote grande successo. Ponti, già affermato professionista, aveva appena fondato la rivista Domus (1928) e avrebbe lavorato alla Torre Branca, uno dei simboli di Milano, l'anno successivo. 

Ponti realizza un capolavoro, come dicevamo. Immagina innanzitutto un gonfalone di grandi dimensioni, ispirato agli stendardi processionali liturgici diffusi dal Cinquecento. Poi sceglie il ricamo, anziché la pittura, perché la "incosistenza di materia" di quest'ultima "la rende troppo inferiore ai valori del ricamo". Da un lato del gonfalone pensa allo stemma dell'ospedale, la colomba dell'annunciazione, con il motto Charitas e gli stemmi delle Opere pie amministrate e dei principali benefattori tutt'intorno. Dall'altro il soggetto scelto è quello dell'Annunciazione, con l'angelo che benedice e porge un giglio a Maria inginocchiata. 

Trattandosi di ricamo, è necessario coinvolgere una manifattura di spessore. La scelta ricade sulla ditta Bertarelli, che aveva sede nella centralissima via Broletto, fondata nel 1882 dai fratelli Giulio e Luigi Vittorio - Luigi Vittorio (1859-1926) era stato uno dei fondatori del Touring Club Ciclistico Italiano, nel 1894, nonché suo presidente e guida per moltissimi anni (a lui è dedicata la piazza accanto alla storica sede Touring di corso Italia). Per le aste metalliche e la decorazione della cimasa si rivolge invece all'amico Alfredo Ravasco, un famoso orafo del tempo che fornisce gratuitamente topazi, rubini, granati e perle, utlizzati in parte anche nel ricamo. 

Ponti pensa a un'Annunciazione insolita, tutta dorata, con figure stilizzate e l'angelo in piedi. Scelte che non piacciono granché alla Commissione: l'iconografia classica prevede un angelo per lo meno inginocchiato. La Commissione consiglia anche di introdurre colori, per ravvivare l'opera, oltre a suggerire di "attenuare quel poco che nel bozzetto rimane di carattere moderno, tale da susitare polemiche". Ponti non si fa intimorire, permane nelle sue convinzioni e riesce a concludere il progetto originario. 

È d'opinione comune tra gli esperti che il risultato sia tra i più alti del ricamo italiano del Novecento: il sapiente uso dei filati metallici, la maestria dei punti di ricamo su imbottitura, gli accorgimenti per suggerire effetti di chiaroscuro e tridimensionali, la fantasia nelle soluzioni ornamentali sono tutti aspetti che contribuiscono a rendere l'opera una "vera opera d'arte", come disse la stessa manifattura Bertarelli. Non manca maestria anche per la struttura metallica che regge il gonfalone, con la bellissima corona della cimasa e le aste sormontate da raggiere in argento, topazi, granati, cristalli di rocca (quelli del Ravasco). 

Lo stendardo è portato in Duomo la vigilia della Festa del Perdono, il 24 marzo 1935, dove viene benedetto dall'arcivescovo Schuster, e quindi portato nell'ospedale. Oggi è conservato in una teca all'inizio del percorso espositivo "I Tesori della Ca' Granda", inaugurato nel 2019 dalla Fondazione Ca' Granda Policlinico per far conoscere le sue meraviglie artistiche. 

INFORMAZIONI
- I Tesori della Ca' Granda, via Francesco Sforza 28, Milano. 
- I soci Volontari Touring accolgono i visitatori il venerdì e il sabato dalle 10 alle 18.
Prenotazioni consigliate il venerdì, obbligatorie il sabato, entro le ore 12 del giorno prima; per prenotare, basta spedire una mail all’indirizzo museo@policlinico.mi.it o registrarsi gratuitamente sul sito di Abbonamento Musei nell'Area Utente.
- Le notizie sono tratte da "Il Gonfalone dell'Ospedale Maggiore di Milano Capolavoro di Gio Ponti", a cura di Paolo M. Galimberti, Silvana Editoriale. 

APERTI PER VOI
- Per sostenere il progetto e contribuire alla riapertura dei luoghi, la pagina di riferimento è www.touringclub.it/riapertipervoi
- Per l'elenco completo dei luoghi Aperti per Voi, consultate la pagina www.touringclub.it/i-luoghi-aperti-per-voi
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