Visita a Palazzo Averoldi, Brescia

La bellezza nascosta dei palazzi bresciani:
Palazzo Averoldi, via Moretto 12, Brescia
Ecco le immagini della visita di sabato 27 Febbraio a Palazzo Averoldi, elegante edificio situato nel cuore della nostra bella città.
La parte più interessante del palazzo si trova a piano terra, dove si possono ammirare cinque sale magistralmente affrescate dai due grandi esponenti bresciani del 500: Romanino e Lattanzio Gambara
Sono attualmente in corso lavori di restauro e ripulitura degli affreschi ad opera degli studenti dell'Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia.
Realizzato da una delle più potenti e storiche famiglie nobiliari della città alla metà del XVI secolo, palazzo Averoldi è stato completato nei due secoli successivi. La struttura è di notevoli dimensioni e occupa l’intero isolato. E’ un organismo complesso a U che si sviluppa lungo due cortili: uno principale (affacciato su un grande giardino) e uno di servizio. Il palazzo dialoga con tre strade: Contrada Santa Croce, Via Moretto e Corso Vittorio Emanuele II.
La storia di questo edificio ebbe inizio esattamente nel 1517, quando Gio Paolo Averoldi lasciò ai fratelli la vecchia casa nella parte alta di via Marsala per trasferirsi nella quadra di San Giovanni, in contrada Santa Croce, all’epoca denominata “Contrada del Bue”, in un’abitazione già di proprietà dei Porcellaga, forse ereditata dalla madre Chiara. La riedificazione del palazzo avvenne tuttavia a partire dall’11 maggio 1544, ad opera dei suoi figli: Giovanni Andrea, Leandro,Mario e Fulgenzio, come riporta la lapide murata nella parete meridionale del portico che collega i due cortili. Verso la prima metà del ‘700, il ramo genealogico discendente da Fulgenzio confluirà nei Chizzola attraverso il matrimonio tra Barbara Averoldi e Ferdinando Chizzola; proprio in occasione di questo matrimonio, la parte ovest del palazzo, l’odierna “Rotary House” (così denominata in quanto ospita oggi l’attività di quattro Rotary Club della città) fu trasformata con l’inserimento del grande scalone centrale che venne destinato alla casata dei Chizzola. Non a caso nel soffitto del salone centrale è raffigurato Giovanni Battista illustre capostipite della famiglia. Pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 1937, l’ultimo esponente della famiglia Averoldi, il conte Gherardo vendette il palazzo all’Amministrazione dei Luoghi Pii “Ospedale dei mendicanti-Casa di Dio”, che tuttora ne è proprietaria.
(Foto Doriano Pellegrini - che ringraziamo per la gentilezza di averco inviato le foto - e Francesca Poli)