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Faleria in celluloide

Francesco Di Maggio
Giovedì, 16 Febbraio, 2012

Nel piccolo paese dell’Agro falisco, ai confini con l’area metropolitana di Roma, sono stati girati otto film dal 1965 al 1988 con attori di primo piano: Alberto Sordi, Monica Vitti, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Philippe Leroy e il grande Totò.

Mi è capitato tra le mani un originale calendario 2012, regalato dal Comune di Faleria ai suoi paesani, che riporta 12 foto in bianco e nero tratte da film girati a Faleria dal 1965 al 1988, “con l’invito - come si legge nella presentazione - a fare il proprio dovere e a guardare agli altri con rispetto e comprensione”. Un messaggio singolare e sorprendente che ci mette tutti in guardia in questo “anno bisesto e funesto”. 

Cerchiamo intanto di localizzare questo sperduto paese della Tuscia Viterbese, che sorge nell’Agro falisco proprio ai confini con l’area metropolitana di Roma dirimpetto al “solitario” Soratte. Fino al 1873 si chiamava Stabia per poi diventare Faleria mutuando il nome dalla vicina Falerii Veteres, antico pagus etrusco-falisco. Per arrivarci da Viterbo la strada più svelta è quella di Civita Castellana da dove si scende verso la Flaminia in direzione della Capitale fino al bivio per Faleria.

Nel centro storico in parte disabitato (quelli del posto preferiscono i più confortevoli condomini di periferia) si fanno vedere l’antico castello degli Anguillara e la parrocchiale del patrono san Giuliano. Del maniero-palazzo, che ne ha passate di tutti i colori (perfino l’assassinio per questioni di eredità di Girolama Farnese moglie di Giuliano Anguillara e sorella del pontefice Paolo III), resta un impianto massiccio di pietra viva  “sobrio e austero” – ma anche gentile in alcuni tratti - adattato nel tempo  a mille funzioni ed oggi in proprietà del Comune che attende tempi migliori per rimetterlo in sesto.

In quanto alla chiesa parrocchiale di impianto romanico, va detto che alcuni anni fa è rispuntata a sorpresa dal catino dell’abside centrale la figura in affresco quattrocentesco di san Giuliano alle cui spalle si profila un paesaggio di Faleria mezzo reale e mezzo immaginario. Il santo protettore tiene un falco nella mano sinistra a ricordarci che era un abile cacciatore. La sua storia ha dell’incredibile. In due parole ha sgozzato per errore il padre e la madre che dormivano nel suo talamo nuziale credendo, tentato dal diavolo, che la moglie giacesse col suo amante. 

Per espiare la terribile colpa dedicò il resto della sua vita a far del bene e soccorrere i malati. Da qui l’attributo di “ospitaliere”.

Ma torniamo ai set cinematografici. La copertina del calendario ci propone Totò con l’inseparabile bombetta nel film “Il grande maestro” (1967) di Daniela d’Anza, quello per intenderci del pirotecnico finale nella piazza di Faleria con la banda che intona i “fuochi d’artificio”.

Ricordate “Polvere di stelle” (1973) con Alberto Sordi e Monica Vitti, per la regia  dello stesso Sordi, cadenzato sulle note dell’indimenticabile “Ma ‘ndo Hawaii se la banana non ce l’hai”? Il refrain di Piero Piccioni è davvero un “inno sacro” all’avanspettacolo di tutti i tempi. Il film ripercorre gli ultimi giorni  della seconda guerra mondiale in cui si muove la sgangherata compagnia di Mimmo Adami e Dea Dani. La scena dell’abbuffata dopo lo spettacolo, organizzata dall’impresario del teatro “Caracioni” di Canneto d’Abruzzo, con il furto notturno da parte degli artisti della compagnia  di salsicce, prosciutti, caciocavalli, pagnotte di pane, fiaschi di vino ed altro è stata girata nel tinello che si affaccia su uno dei cortili del centro storico.

Per il film più datato bisogna risalire al 1965 con la regia di Antonio Pietrangeli. “Io la conoscevo bene” ci presenta una giovanissima Stefania Sandrelli insieme a Nino Manfredi, Ugo Tognazzi ed Enrico Maria Salerno. La processione, con banda musicale e clero, prende l’avvio dal sagrato della chiesa di San Giuliano.

Ugo Tognazzi è di nuovo a Faleria per il film “FBI – Francesco Bertolazzi investigatore” del 1970 (regia di Tognazzi).

Nessuno ha mai pensato a Faleria vedendo “La vita di Leonardo da Vinci” del 1971 per la regia di Renato Castellani. Tutti ci ricordiamo della grande interpretazione di Philippe Leroy. In questo caso le casupole di Vinci sono quelle riunite intorno al castello degli Anguillara.

Faleria ha coinvolto anche il grande Roberto Rossellini nel suo “Cartesio” del 1974. Di nuovo il centro storico del paesino viterbese per una coproduzione Urss, Italia e Francia (1983) dal titolo “Nostalghia” con Oleg Jankovskij. Infine il 1988. Sergio Citti inquadra più volte la parrocchiale ed alcuni angoli del vecchio abitato nel film “Mortacci” con Vittorio Gassman e Mariangela Melato.

Fa bene Faleria a ricordare questi lacerti di storia in celluloide che vanno ad intrecciarsi con le vicende che ha vissuto nel passato, ivi comprese quelle che hanno visto protagonista Ottone III, imperatore del sacro romano impero, morto nel 1002 nel castello di Paterno a due passi dal paese.

Non possiamo lasciare il paese senza essersi seduti a tavola nelle due trattorie del posto. “Antica Stabia” (tel. 0761.587631) e “Da Guerrino” (tel. 0761.587399): antipasti di verdure grigliate, salumi e formaggi stagionati, bruschette, crocchette di patate ed altro. Primi piatti con fettuccine e paste varie ai funghi porcini, al ragù di cinghiale, alla carbonara, all’arrabbiata, pasta e fagioli (specialità dell’”Antica Stabia”). Secondi piatti a base di grigliate di carne, arrosticini di pecora, coniglio alla cacciatora, trippa alla romana, saltimbocca. Dolci: moretta al cacao, crostate e dolcetti di San Giuliano (tozzetti e tisichelle) da inzuppare nel vinello di cantina. Buon appetito!