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Lunedì 8 maggio l'esperta di gioielli antichi dott.ssa Giulia Bernardi ha parlato sul tema "Sonagli, perle, orecchini: i gioielli nei ritratti del Museo Pisani tra storia e tradizione"

Antonio Fumarola
Giovedì, 11 Maggio, 2023

E' stata l'ultima del ciclo primaverile delle conferenze promosse dal TCI – Club di Territorio di Trieste per far conoscere e valorizzare le opere esposte nel Museo della Comunità, che i Volontari del TCI tengono aperto dal 2014 nell'ambito del progetto del Touring Club Italiano “Aperti per voi".

Dopo il mio saluto, la dott.ssa Bernardi ha svolto una breve introduzione al tema sottolineando che i gioielli sono espressione della vita sociale in ogni epoca, pubblicizzavano eventi legati alle storie di famiglia, indicavano anche il ceto sociale di appartenenza della famiglia stessa, si trasmettevano sempre in linea femminile. Avevano un tempo la funzione che hanno i social oggi.

Ha iniziato ad esaminare i ritratti selezionati nel Museo soffermandosi sui gioielli presenti nei quadri: E' partita dal "Ritratto di due bambini che giocano" per soffermarsi sul sonaglio impugnato dal maschietto, regalo ai bimbi di significato apotropaico per tenere lontani gli spiriti maligni e anche le malattie. Poi ne ha mostrati alcuni di varia forma e materiali.

E' passata poi al Ritratto di famiglia"  del Tischbein, soffermandosi sugli orecchini della bimba con il cagnolino. Spiega come di solito l'oro fosse di titolo basso  e come la forma rotonda richiamasse la luna piena, il biancore, e quindi erano simbolo di purezza e castità della fanciulla.

Nel "Ritratto di giovane donna " dello Schiavon indica il cuoricino che la ragazza porta al collo legato con un laccetto probabilmente di seta e spiega che all'epoca le ragazze non dovevano portare gioielli prima del matrimonio: in questo caso il cuoricino è di piccole dimensioni e quindi costituisce un'eccezione ammessa.

 E' poi la volta del "Ritratto di signora" attribuibile forse a una pittice greca di nome Ester, in cui vi sono due gioielli di corallo: gli orecchini e una spilla, il che la connota di famiglia agiata. La pietra rossa (il corallo, ma in questa area mitteleuropea anche il granato) veniva regalata in occasione del fidanzamento pubblico e come simbolo di amore e sentimento durevole. Era indicativo di un impegno serio da parte del fidanzato e della sua famiglia.

A Trieste il corallo greco arrivava in quantità notevole e veniva lavorato in botteghe nei pressi di Sant'Antonio Nuovo. Sono pervenute fino a noi sopattutto spille, perchè anelli e braccialetti erano lavorati con lamine sottili metalliche (non necessariamente d'oro) e si rompevano facilmente.

Per quanto riguarda gli anelli varie erano le forme: a serpente con una pietra rossa che indicava l'occhio e aveva il significato del circolo continuo e quindi dell'eternità, a forma di cintura ed era un simbolo della donna incinta, con pietre azzurre dedicato alle donne con occhi azzurri, che le proteggeva dal demonio (gli occhiazzurri erano un simbolo della sua presenza).

La famiglia del fidanzato quindi comprava in prevalenza anelli con pietre rosse: coralli, granati e vetri colorati prodotti a Murano.

Per il matrimonio la suocera regala alla nuora la collana longa, che connota la signora sposata. La dott.ssa Bernardi ne mostra varie tipologie con vari tipi di maglie.

A questo punto si passa all'esame di vari quadri che rappresentano figure femminili per esaminare i gioielli che indossano:

  • "Ritratto di signora" di Nidia Lonza, che rappresenta forse Agliaia Ralli de Manussi, riccamente ornata di orecchini, spilla rotonda, bracciale, tre anelli di cui uno con un diamante; il tutto indica l'agiatezza della sua famiglia e l'importanza del marito;
  • "Ritratto di signora con ventaglio" di pittore non identificato in cui la signora rappresentata sfoggia ben tre fili di perle, all'epoca molto costose perchè non esistevano ancora  le perle coltivate, e anelli all'anulare e al mignolo;
  • "Ritratto di signora" del Parin, che rappresenta forse la baronessa Economo, ornata da un filo di perle (siamo nel 1927 ed esistono già le perle coltivate) un braccialetto e un anello: c'è un elemento di sobrietà che caratterizza i primi del '900. La regola è che si portano 3 gioielli di giorno e 4 a teatro;
  • "Ritratto di signora" di pittore non identificato mostra una signora con una cuffia ornata di trine e un abito nero con collo di pizzo. Non si vedono gioielli, forse gli orecchini sono coperti dalla pettinatura. E' ragionevole pensare che la signora sia in lutto. Qui la dott.ssa Bernardi racconta le caratteristiche dei gioielli da lutto, dei reliquiari - che contenevano i capelli della persona defunta, o una fotografia o un ritratto – dell'onice, del giaietto, molto usati perchè neri, e della pietra rossa ammessa nel caso di morte del marito;
  • "Ritratto di giovane donna" di pittore non identificato che rappresenta forse Urania Costellos in lutto e con gioielli da lutto: orecchini e spilla con pietre nere.

La relatrice passa ad esaminare i gioielli maschili, premettendo che in epoca precedente l'800 l'uomo portava l'anello con il sigillo e solo nella seconda metà del secolo inizia ad agghindarsi.

Un elemento costante è il bottone d'oro.

Esamina il ritratto del giovane Costellos che sfoggia sia il botton d'oro che una viola del pensiero al bavero della giacca: potrebbe essere un fiore fresco o una spilla in smalti colorati. La viola è un regalo della fidanzata che con questo dono lo invita a pensarla sempre e a non tradirla.

Al bavero possono essere anche poste medagliette, frequente è l'anello da mignolo e l'orologio con catena e magari con catena aggiuntiva da cui potevano pendere svariati ciondoli – équipage - con vari significati: ad esempio la stella o il veliero erano un regalo per l'uomo che andava per mare. Altri ciondoli potevano essere la matita, il coltellino, il moretto istriano, ecc.

Per concludere l'ampia disamina la dott.ssa Bernardi si sofferma sul ritratto di Aglaja  Georgiadis del Parin e invita a guardare i gioielli con diamanti. Racconta come i diamanti arrivarono in Europa e si diffusero da Londra e da Parigi (Amsterdam molto più tardi). Divennero presto uno status simbol  e possederli e sfoggiarli un obbligo sociale.  Racconta come erano sfacettati  con un taglio a rosa e come venivano incastonati, spiegando la tecnica a terrazza e la probabile derivazione del nome. Con la moda del diamante si afferma una certa sobrietà nell'uso dei gioielli: il diamante è molto prezioso e basta indossare un solo gioiello per dimostrare il suo valore.

Un ampio applauso ha accolto la conclusione della conferenza.

La prevista conferenza sul pittore Tominz del dott. Quinzi si terrà alla ripresa autunnale delle attività

Gabriella Cucchini Zanini