Lo confesso: sono un patito di animali. Ho mosso i primi passi con un binocolo al collo, imparando a leggere su quelle guide di riconoscimento che contengono centinaia di disegni di uccelli tutti apparentemente uguali. Chi viaggia con me sa cosa lo aspetta – e immaginate dunque le facce quando ho comunicato trionfante «quest’estate andiamo nel Queensland australiano a cercare animali». La risposta più frequente: perché, cosa c’è da vedere oltre i canguri e i koala?

A parte che avreste dovuto vedere quelle stesse facce quando a Magnetic Island, dopo una mezz’ora di caccia al koala scandagliando ogni eucalipto del sentiero “The Forts”, tra le foglie di un albero proprio sopra al sentiero sono comparsi una mamma con il suo piccolo attaccato al dorso. Anche il macho più impassibile ha dovuto sdilinquirsi in sorprendenti espressioni di tenerezza. Per non parlare di quando poche ore dopo, sulla stessa piccola isola poco al largo della costa, i wallaby delle rocce (versione mini dei canguri) sono sbucati dai massi tondeggianti proprio mentre il sole calava. I piccoli uscivano dai marsupi a guardare da vicino questi strani bipedi che non saltavano. La prima cosa che è venuta in mente a tutti è che sarebbe stato così comodo vivere dentro a un marsupio, com’è che l’evoluzione non ci ha resi tutti marsupiali? 


Koala, Magnetic Island, Queensland - foto Stefano Brambilla


Magnetic Island, Queensland - foto Stefano Brambilla


Wallaby delle rocce, Magnetic Island, Queensland - foto Stefano Brambilla

Ma ero abbastanza sicuro che Magnetic Island fosse un punto forte del viaggio: un’isola meravigliosa nella sua semplicità, di quelle dove si respira un’atmosfera rilassata d’altri tempi, si cammina da una spiaggia all’altra e si incontra una fauna confidente che non teme il contatto umano, anzi. Un po’ più preoccupato ero per altre tappe del viaggio: per esempio per l’Eungella National Park, che si dice essere uno dei luoghi dove è più facile avvistare l’ornitorinco. Avete presente un platypus (com’è chiamato in inglese)? Una strana bestia con un becco d’anatra, la pelliccia di una lontra e la coda di un castoro, che per di più depone le uova pur essendo un mammifero. È da quando l’ho scoperto sugli album di figurine che sognavo di vederlo, almeno una volta nella vita. Il problema è che lui vive nei placidi ruscelli della foresta tropicale ed è parecchio schivo, quindi mica facile come i wallaby. Però in questo parco i ranger sono stati bravissimi: hanno costruito passerelle e piattaforme sul fiume abitato dagli ornitorinchi, ci sono cartelli che spiegano qualunque cosa sul loro comportamento, tutto sembra fatto apposta perché emergano dall’acqua e si facciano vedere. Risultato: due ore fermi e non succede nulla. Il ruscello è immobile. Si inizia a scalpitare, lo sento. «Ci hai portato qui per vedere un rigagnolo» e cose simili. Meno male che al Platypus Café, rifocillandoci con un sandwich, il gestore austriaco ci dice «se state qui tutto il giorno, al 95% li vedete». Dieci minuti dopo, eccoli: nuotano, si immergono, sott’acqua smuovono le pietre per cercare cibo, ritornano a respirare in superficie. Una, 20, 50 volte. Io sono l’uomo più felice del mondo (ognuno ha i suoi sogni) ma vedo che anche chi mi è vicino è conscio di assistere a uno spettacolo straordinario.


Broken River, Eungella National Park, Queensland - foto Stefano Brambilla


Ornitorinco, Broken River, Eungella National Park, Queensland - foto Stefano Brambilla

Peraltro, il bello del Queensland è che si può continuamente alternare mare e foresta, blu e verde. E a quale essere umano non piacciono gli scenari della Grande barriera corallina? Così, nel programma ho aggiunto anche un paio di tappe propriamente marine... ovviamente scelte non a caso. Perché dovete pensare che le opzioni per fare escursioni sulle isole e i reef della Barriera sono quasi infinite – d’altronde è la Barriera stessa a essere lunga centinaia di chilometri. E quindi? Quindi, casualmente, si va a Michaelmas Cay. Che è un isolotto di sabbia perso in mezzo al mare, circondato da coralli, pesci pagliaccio e tartarughe marine (che piacciono a tutti, per non dire del meraviglioso catamarano su cui stendersi a prendere il sole). Su quell’isolotto, però, ci sono anche altri abitanti... anzi, diciamo che gli uomini non possono proprio sbarcare se non su una sottile striscia di sabbia, per non disturbare le migliaia di sterne, gabbiani, sule, fregate che vi nidificano. Vado quasi in confusione: non so più se guardare sott’acqua, in cielo o sulla terra. E le isole Whitsundays? Beh, quelle sono talmente belle che le immagini parlano da sole... “Megattera in vista” annuncia il capitano, mentre torniamo ad Airlie Beach dopo una giornata di sole e di mare. Splash: la megattera salta davanti a noi. Bingo.


Michaelmas Cay, Queensland - foto Stefano Brambilla


Michaelmas Cay, Queensland - foto Stefano Brambilla


Whitsunday Island, Queensland - foto Stefano Brambilla

Sulla mia “wish list”, alla partenza, c’erano decine di animali. Per trovare quelli più difficili ho ingaggiato Alan: un simpatico insegnante naturalista che si è rivelato la ciliegina sulla torta della spedizione. Perché alla fine la nostra guida l’ha fatta diventare una grande caccia all’animale più strano, originale, inconsueto. Sulle Atherton Tablelands, un pacifico altopiano dove campi e paesini si alternano ad antichi crateri occupati da laghi e scampoli di foresta pluviale, siamo rimasti a bocca aperta di fronte allo spettacolo dei petauri dello zucchero (marsupiali simili a scoiattoli) che di notte planano letteralmente da un tronco all’altro. Abbiamo scoperto che ci sono canguri che salgono sugli alberi. Ci siamo innamorati di uno dei pochi uccelli del paradiso che vive al di fuori della Nuova Guinea: le piume dell’uccello fucile di Vittoria lanciano scintille, sembrano paillette su un vestito da gala. E non si poteva non sorridere di fronte al grande uccello giardiniere che raccoglie oggetti per la sua amata: tutti bianchi con qualche tocco di rosa (un paio di occhiali, una molletta).


Grande giardiniere grigio, Queensland - foto Stefano Brambilla


Millaa Millaa Falls, Atherton Tablelands,  Queensland - foto Stefano Brambilla

Poi, un mattino sul monte Hypipamee, camminavamo nella giungla e a un certo punto ce lo siamo trovati davanti. Immaginate uno struzzo tutto nero, alto un metro e ottanta, con le piume ridotte a lunghi fili pendenti. Sul collo, pelle blu elettrica e bargigli rossi. In testa, un elmo. Il casuario cercava frutti sul terreno, placido e noncurante in mezzo alla vegetazione rigogliosa. Sembrava di essere stati catapultati in una scena di Jurassic Park. Quell’elmo, quegli occhi, quel blu totalmente incongruo, quelle enormi zampe da dinosauro. Ho visto impietriti anche i compagni di viaggio, in silenzio riverente di fronte a un superstite del passato. Quando sono partito sapevo che avrei visto “cose che voi umani...”. Ma queste sono proprio scene dell’altro mondo. 


Casuario, Mt Hypipamee, Queensland - foto Stefano Brambilla


Daintree National Park, Queensland - foto Stefano Brambilla

INFORMAZIONI
- Punto di partenza per visitare il Queensland centro-nord è Cairns, raggiungibile da altri aeroporti come Sydney e Darwin. Da Cairns noi abbiamo volato a Mackay (con QantasLink), noleggiato un’auto e percorso la costa fino a tornare a Cairns. Il visto “eVisitor” è gratuito per chi si ferma meno di tre mesi; da fare online (link da australia.com). Luglio e agosto sono periodi ideali. Informazioni: queensland.com e australia.com (entrambi in italiano).
- Consigli per chi ripercorre il nostro itinerario. Da Mackay il tratto fino all’Eungella National Park è breve; qui il punto di osservazione per gli ornitorinchi è sul Broken River, ben indicato. Circa 170 km e si è ad Airlie Beach; varie le possibilità di alloggio, tra cui l’accogliente e confortevole Coral Sea Resort (coralsearesort.com). Da qui si parte per la crociera alle Whitsundays - consigliamo il programma di un giorno che include il meraviglioso Hill Inlet & Lookout (cruisewhitsundays.com). Sono 275 km per Townsville, da cui ci s’imbarca per Magnetic Island con Sealink (sealinkqld.com.au), che organizza anche pacchetti e noleggio 4x4 per esplorare la Radical Bay Rd. Punti da non perdere: passeggiata a The Forts per i koala; Bungalow Bay Koala Village per i parrocchetti arcobaleno; Armand Way ad Arcadia per i wallaby. Consigliato rimanere sull’isola almeno una o due notti. Tornati a Townsville, in 347 km si è a Cairns, dove si parte per la gita in giornata a Michaelmas Cay, lo stupendo isolotto popolato da sterne, sule e con una bella barriera corallina: la compagnia è la Quicksilver e il catamarano l’Ocean Spirit (quicksilvergroup.com.au). Per riposarsi ed esplorare i dintorni, meraviglioso il Thala Beach Resort (thalabeach.com.au), presso Port Douglas, con ville immerse in una riserva privata con spiaggia. Per esplorare il Daintree National Park e le Atherton Tablelands (casuari, canguri arboricoli, opossum, uccelli del paradiso e molti altri) noi ci siamo affidati all’eccellente guida Alan Gillanders, appassionato naturalista, che propone pacchetti su misura alla scoperta delle meraviglie del nord del Queensland (alanswildlifetours.com.au).

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Lorichetti arcobaleno, Magnetic Island, Queensland - foto Stefano Brambilla