Un mondo di terre e di acque, unico per ricchezza e vastità in Europa, ma estremamente fragile, che solo di recente ha iniziato a ricevere le cure necessarie per la sua tutela e che ancora oggi, troppo spesso, viene aperto a battute di caccia e disseminato di rifiuti. Per fortuna è intervenuto l'Unesco a dichiarare il delta del Danubio (799mila ettari, di cui 679mila in Romania e i restanti in Ucraina) Patrimonio dell'Umanità, riconoscendone l'unicità, dato che accoglie ben 12 differenti ecosistemi, con migliaia di specie classificate tra flora e fauna. Dal punto di vista turistico si distinguono tre zone. La più settentrionale, sulla frontiera ucraina, è il braccio di Chilia, dove sorge la celebre foresta di Letea con i suoi alberi pluricentenari. Il braccio di Sulina è invece quello lungo il quale si effettuano la maggior parte delle escursioni collettive su traghetto; via acqua si raggiunge anche Sulina, porto ammantato di un'aura romantica e anticamente regno di contrabbandieri. Più a sud, il braccio di S. Giorgio è il più adatto per le escursioni individuali: tra i canneti, a bordo di una piccola barca, si osserva la vita segreta che si svolge tra alghe e ninfee, con un esercito di rane in perenne movimento. Qui si incontrano i più caratteristici abitatori del delta, solitari pescatori che vivono in sperdute capanne. Ancora più a sud, nella zona predeltizia, laghi, stagni, una terra povera e scarsamente popolata. Paradiso per i bird-watcher, anche gli altri visitatori dovranno imparare il piacere dell'attesa e la mancanza di fretta che hanno questi pazientissimi appassionati di volatili. I tempi della natura, per fortuna, sono diversi dai nostri, e la lentezza e il rispetto diventano le uniche parole d'ordine per godere al meglio di quello spettacolo naturale che è il Danubio nei luoghi in cui abbraccia il Mar Nero.