Intorno al complesso edilizio della facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino (costruito tra gli anni Cinquanta e Sessanta del '900, su progetto di Giovanni Muzio) si concentra uno dei più ambiziosi piani di riconversione urbanistica della Torino del nuovo millennio, focalizzato sulla rinascita di strutture produttive industriali dismesse. Con l'interramento del passante ferroviario che corre alle spalle del complesso, l'area destinata all'ateneo trova sfogo andando a coprire il vasto lotto delimitato da corso Ferrucci, via Pier Carlo Boggio, corso Peschiera e corso Castelfidardo (Spina 2), secondo il progetto dello Studio Gregotti e Associati. L'ampliamento del 'Poli' e l'annessa Cittadella politecnica occupano parte dei 100 000 metri quadrati del complesso delle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) delle Ferrovie dello Stato, vere cattedrali dell'industria. Per il resto dello straordinario edificio ottocentesco è annunciata la riconversione a polo artistico e culturale, con spazi espositivi destinati a ospitare le collezioni della Galleria d'Arte Moderna e grandi mostre temporanee. I quattro edifici tra via Borsellino e via Vochieri, in parte trasformati in residenza universitaria, sono stati uno dei sette Villaggi Media, ospitando circa 400 giornalisti in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006. In via Borsellino, la Torino che verrà prevede un centro culturale polivalente con la nuova biblioteca civica centrale (su avveniristico progetto di Mario Bellini), a cui si affiancano due sale teatrali da 1200 e 400 posti, un parco e una torre belvedere. Dalla fine del 2005 i progetti per il territorio sono raccolti e resi accessibili all'Urban Center, centro di conoscenza, confronto e ricerca per interpretare la complessità della città contemporanea, che ha sede in corso Vinzaglio N. 17. Più a sud, tornando lungo l'asse della Spina 1, è ormai consolidato il riassetto viabile che ha dato origine all'apertura di corso Mediterraneo, sempre disegnato da Gregotti.