È una delle due chiese della Pace, insieme a quella di Jawor, a essersi conservata sul territorio polacco. Nessuna torre o campanile, una struttura differente rispetto ai tradizionali edifici sacri e rigorosamente situata fuori dalle mura. Questi erano i dettami che l'autorità imperiale impose alle comunità protestanti della Slesia, quando fu loro riconosciuto il diritto di edificare i propri luoghi di culto, alla fine della guerra dei Trent'anni. Dedicata alla Trinità (1656-58), ha pianta a croce greca circondata da un grappolo di cappelle e accoglie fino a 7500 persone. Ricchi arredi barocchi, soffitti affrescati e un matroneo su più piani sono caratteristiche che rendono l'ambiente più simile a un teatro che a una chiesa. Patrimonio dell'Unesco dal 2001, insieme alla chiesa della Pace di Jawor è la chiara dimostrazione che il “sacro” non si può costringere in regole architettoniche, e che non servono uno slanciato campanile, le tradizionali navate o una posizione nel cuore della città per pregare il divino.