Nato nel 1924 come gigantesco palazzo per le esposizioni, fu in assoluto una delle prime grandi architetture costruttiviste. Ristrutturato dopo l'incendio del 1974, oggi ospita la sezione d'arte europea e nazionale della Národní galerie. Protagonista della pittura ceca dal 1900 al 1930 è František Kupka, che con le sue opere passa dal simbolismo, al fauvismo, all'astrattismo, per finire con i lavori geometrici degli anni Trenta. Seguono il gruppo Osma, influenzato dalla pittura tragica di Munch, e i cubisti, con Gocár e Chochol. La sezione dedicata all'arte ceca dal 1930 al 2000 si apre con il surrealismo di Toyen e Šíma e continua con le bizzarre sculture cinetiche di Pešánek. Dopo il colpo di stato del 1948 subentra l'arte socialista e le avanguardie vengono censurate, per recuperare terreno nei decenni successivi, lasciando spazio all'informale, all'action art, alle tendenze postmoderne e alla video art. Si sale al terzo piano per la ricchissima sezione di arte francese dell'800 e '900. Delacroix è il portavoce dei pittori romantici, la scuola di Barbizon apre invece la strada all'impressionismo, rappresentato da Renoir, Monet, Manet e Degas. L'esposizione continua con sculture di Rodin e con gli artisti postimpressionisti, tra cui van Gogh, Gauguin, Toulouse Lautrec, Cézanne e un importante nucleo di opere di Picasso. Al quarto piano, l'arte europea del XIX secolo, con opere straordinarie di artisti poco conosciuti fuori dalla Repubblica Ceca e altre degli internazionalmente noti Klimt, Schiele e Kokoshka.