È luogo di ricordi e di risonanze guerresche, nonostante l'intero colle di Vyšehrad, su cui sorge, sia stato smilitarizzato nel 1866. Si entra passando la seicentesca porta di Tabor che immette in un'ampia spianata curata a parco. Sulla destra si lasciano i resti della porta Pica, residuo dell'età di Carlo IV, che nel XIV secolo fece ricostruire il complesso fortificato, la cui prima costruzione risale al 972-999. Imboccata la monumentale porta di Leopoldo si incontra sulla destra la rotonda di S. Martino (XII secolo), una delle più antiche chiese romaniche di Praga. L'imponente Ss. Pietro e Paolo (1885-87) è invece un rifacimento in stile gotico di edifici preesistenti. Accanto è il cimitero parrocchiale, negli anni '70 dell'Ottocento trasformato in camposanto delle glorie nazionali: scrittori, musicisti, pittori e scienziati, grandi uomini i cui monumenti sepolcrali costituiscono un vero e proprio museo all'aperto tra sculture e architetture notevoli. Su uno spiazzo, quattro gruppi scultorei di fine Ottocento raffigurano eroi della mitologia ceca. Secondo una leggenda, proprio qui, nell'VIII secolo, la principessa Libuše avrebbe scelto in sposo un contadino di nome Premyslide (nome della dinastia che tra il IX e il XIV secolo regnò in Boemia) e, pronunciando la profetica frase “Vedo una città che per fama toccherà le stelle”, avrebbe ordinato a un falegname di costruire una soglia (“prah”) all'interno della quale sarebbe poi nata la città di Praga.