Praga non sarebbe Praga senza le torri della Katedrála sv. Víta che fanno capolino ogni volta che si alza lo sguardo verso la collina del hrad (castello). Il suo imponente profilo gotico, stagliato alle spalle del celebre ponte Carlo, è una delle cartoline più ricorrenti della capitale ceca, un'immagine che si è ormai fissata nella mente anche di chi a Praga non c'è mai stato. Intitolata, oltre che a S. Vito, anche ai santi Venceslao e Adalberto, la cattedrale attuale è soltanto il più recente di una serie di edifici di culto che si sono succeduti in questo sito, con facciata e navate quasi contemporanee (1871-1929). Nonostante l'impazienza di entrare, ci si fa un'idea più precisa della chiesa facendone per prima cosa il giro esterno: si osservano la torre sud, la Porta d'oro, gli archi rampanti e le magnifiche cappelle radiali dell'abside. Verticalità e luce sono le protagoniste dell'interno, vasto ambiente (124 metri x 60 al transetto x 33 di altezza) nel quale si viene calamitati dal bellissimo coro, inondato dalla luce che entra da eleganti finestroni. Nel coro, la tomba imperiale ('500), con statue giacenti di Massimiliano II d'Asburgo e dei genitori. Dietro, il neogotico altare maggiore, dalla splendida copertura, e tutt'intorno nove cappelle dalle ricche decorazioni, tra cui quella di S. Venceslao, trecentesca, la più bella e famosa, che dà accesso alla camera del tesoro reale (non si visita), chiusa da una porta con sette serrature. Si scende nella cripta (fine XI secolo), dove sono sistemati moderni sarcofagi di antichi sovrani, per ammirare alcune parti della basilica precedente.