C'era un tempo, tra il II e il III secolo d.C., in cui Nea Pafos era nota come “l'Augusta Claudia Flavia Paphos”, sacra metropoli di tutte le città cipriote. E basta allontanarsi di poco dal porto di Kato Pafos per l'area degli scavi dell'antica città romana e comprendere perché l'Unesco l'abbia definita come uno dei più importanti centri di produzione dei mosaici del mondo romano. Eccezionali gli esempi di arte musiva scoperti per caso, durante alcuni lavori nel 1962, nelle case di Dioniso, Aion, Teseo e Orfeo. La casa di Dioniso, residenza nobiliare costruita fra il II e il III secolo d.C., deve il nome a uno dei suoi mosaici più spettacolari. Già all'ingresso si ammirano eccezionali pavimenti mosaicati che accompagnano nel cuore della dimora, al tablinium aperto sul giardino centrale. Qui, scene del trionfo di Dioniso, dei Dioscuri in armi e della vendemmia. Scene mitologiche e di caccia continuano negli altri ambienti, come negli antichi portici, dove sono gli splendidi mosaici di Pyramos, la tigre e Tisbe, quelli di Apollo e Dafne. Non lontano, la casa di Aion, nella quale si trovano altre straordinarie opere musive raffiguranti l'infanzia di Dioniso, una gara di bellezza tra Cassiopea e le Nereidi, una gara di musica tra un suonatore di flauto e Apollo, che si conclude con la condanna a morte del musico, colpevole di aver sfidato un dio. Accanto alla casa di Aion, la grande villa di Teseo, così chiamata per il mosaico che orna la stanza all'ingresso di un portico lungo 50 metri sul quale si aprivano gli ambienti di rappresentanza. Al centro della raffigurazione è l'eroe ateniese alle prese con il Minotauro nel labirinto.