Summa dell'arte russa dalle origini alle prime avanguardie e principale istituzione museale a Mosca insieme al Puškin, dobbiamo le ricchissime collezioni della galleria Tret'jakov a un figlio di borghesi avvicinatosi all'arte e alla letteratura da autodidatta. Si tratta di Pavel Mihailovic Tret'jakov che, insieme al fratello Sergej, divenne il più grande mecenate d'arte del Paese. Aperta al pubblico la collezione già nel 1881, 130 anni hanno consentito di raccogliere oltre 100mila pezzi, tanto da rendere necessario un aumento della superficie espositiva, raddoppiata negli anni Novanta del '900 grazie alla nuova sede in ulica Krymskij Val. Sebbene le sale centrali siano dedicate al periodo realista, come nell'allestimento pensato in origine da Tret'jakov, si consiglia di visitare la galleria secondo un percorso cronologico, partendo dalla chiesa. Qui, la mostra di icone è aperta dalla celebre “Vergine di Vladimir” (XII secolo). Si prosegue nelle sale 59 e 60 per ammirare alcune delle opere più notevoli. Al primo piano, la sezione dei dipinti su tela, sintomatici di un'epoca in cui la progressiva laicizzazione della società permise di andare oltre ai canoni e ai soggetti religiosi. Si segnalano la colossale “Apparizione di Cristo al popolo”, di Ivanov, e le opere del movimento degli Ambulanti, legate a tematiche sociali e allo stile realista. Tra gli altri artisti esposti, Verešcagin, Surikov, Repin e Vrubel'. Al pianterreno, Polenov, con i suoi paesaggi russi, scene di viaggio e tele bibliche. Seguono sale rappresentative delle tre tendenze principali dell'arte russa di inizio Novecento: il romanticismo nazionale, con le tematiche del folclore e della fiaba, il realismo pittorico e l'impressionismo.