Le acquisizioni postbelliche e la sistemazione della Galleria in un bel palazzo in stile Jugendstil hanno compensato la campagna nazista contro l’arte degenerata, offensiva che nel 1937 distrusse tele espressioniste, disegni e sculture di artisti, soprattutto figurativi, che come unica colpa avevano quella di produrre opere in grado di ostacolare l’ideologica hitleriana. Fiore all’occhiello della raccolta è la sezione dedicata agli impressionisti, aperta dalla toccante “Fucilazione di Massimiliano del Messico” di Manet, cui seguono lavori di Sisley, Cézanne, Van Gogh e Courbet. Non meno interessanti sono le sale dei movimenti tedeschi del primo ‘900: Die Brücke, Der Blaue Reiter con lavori di Kandinskij, Franz Marc e August Macke, la Nuova Oggettività di Otto Dix e Georg Grosz. Senza dimenticare artisti come Kokoschka e, nella piccola esposizione di sculture, Boccioni, con “Forme originali di movimento nello spazio”, una delle sue opere più conosciute.