Le cartine stradali potrebbero non bastare a Mannheim, ma anche ricorrere alla tecnologia dei navigatori satellitari potrebbe rivelarsi inutile, perché questa è la città delle vie senza nome. Il centro è infatti ripartito, sin dalla sua fondazione avvenuta nel 1606, in blocchi abitativi contrassegnati da una lettera e da un numero. Soluzione funzionale, senza dubbio, ma senz’altro anche fredda, specialmente in una città a cui le bombe del secondo conflitto mondiale hanno tolto molta personalità.
A Mannheim piacciono i primati e, perlomeno, le guerre non hanno intaccato la vivacità culturale, economica e di ricerca. Sono infatti nati qui il primo velocipede (Karl von Drais, 1817), la prima automobile (Carl Friedrich Benz, 1886) e il primo trattore (1921).
Gli spettacolari giochi d’acqua che animano la fontana nella Friedrichsplatz, i numerosi spazi verdi, i tanti corsi d’acqua che lambiscono l’abitato e l’Internationales Filmfestival a novembre completano il quadro di una località che, indirizzi a parte, si visita piacevolmente e non delude.