Non è un parco reale, ma un'area verde creata per il popolo all'interno di un quartiere popolare dove si trovano anche parco giochi, barche in affitto in estate e un bar-ristorante in riva allago; questo suo carattere, e le recenti opere di rinnovamento, ne hanno fatto uno dei parchi preferiti dai giovani. Nel XVI secolo il sito era ideale per duelli, gioco d'azzardo, taverne e prostituzione. Nel 1843 le taverne furono chiuse e il governo acquistò 320 acri di terreno, 200 dei quali furono destinati a parco e gli altri a zona residenziale. Quando la regina Vittoria inaugurò Battersea Park nel 1853, il terreno era stato rialzato con terra di riporto proveniente dalla costruzione dei Victoria Docks e un lago ornamentale era circondato da vialetti in cui le biciclette, proibite in Hyde Park, scorrazzavano liberamente. Nel 1951 Russell Page ideò i Festival Pleasure Gardens (poi messi in opera con l'ausilio di John Piper e Osbert Lancaster) allo scopo di creare uno spazio verde di piacevole intrattenimento per la popolazione da poco uscita dai disastri della guerra. Di recente questo settore del parco è stato riportato il più possibile al suo aspetto originario, soprattutto le fontane e il padiglione della Grand Vista. Il Sub Tropical Garden è dedicato alla flora subtropicale e ornato da sculture di Henry Moore. Al centro, verso il Tamigi, è la London Peace Pagoda, donata nel 1985 da buddisti giapponesi e dedicata alla pace universale. Di fronte è il Children's Zoo (ingresso a pagamento, estate 10-17.30, inverno 10-16.30) che, seppur di dimensioni più modeste, offre un'alternativa al London Zoo per i bambini e gli appassionati degli animali. Alberi esotici fanno da contorno a campi da tennis, piste da atletica e giostre. Nei pressi del lago, la Pump House Gallery (mercoledì, giovedì e domenica 11-17, venerdì-sabato 11-16), ospita esposizioni temporanee sui quattro piani della costruzione predisposta in origine per approvvigionare d'acqua il parco. Sulla sponda meridionale dello stesso lago si trova una notevole scultura di Barbara Hepworth.