Il Tamigi separa le due Tate Galleries. Il battello “Tate to Tate”, in partenza ogni mezz’ora, collega le due banchine e permette di saltare dall’arte britannica all’arte dell’ultimo secolo. La Tate Modern ha trovato una sede perfetta nella centrale elettrica in disuso di Bankside, edificio di grande originalità realizzato da G.G. Scott (ideatore delle celebri cabine telefoniche rosse) accanto al ricostruito Globe Theatre. Una suggestiva rampa scende alla Turbin Hall, sotto il livello del Tamigi, una sorta di cattedrale industriale ideale per ospitare colossali sculture. In cima all’edificio, una struttura in vetro inonda di luce naturale le gallerie, le terrazze, sottolineando l’origine industriale della Tate che Herzog e de Meuron, incaricati di ristrutturare la vecchia centrale, non hanno voluto nascondere. Articolata su sette livelli, la collezione si sviluppa in un cammino artistico intorno ai quattro filoni dell’arte moderna e contemporanea: le sperimentazioni sulla forma, il minimalismo, il surrealismo e l’arte gestuale. Picasso, genio poliedrico, fa capolino in tutte le sezioni che, tra dipinti e sculture realizzate durante tutto il XX secolo, sono alternate a spazi dedicati a installazioni e videoproiezioni delle più recenti espressioni artistiche. La ricerca sulla forma è inaugurata dalla celebre scultura di Boccioni “Forme uniche nella continuità dello spazio” (di cui l’originale si trova a Milano) e “Whaam!” di Licthenstein. Ampia la sala dedicata alle avanguardie storiche (Picasso, Gris, Braque, Barlach, Lipchitz, Balla) e quella che espone i tentativi di superare l’impressionismo con Matisse e Bonnard. Fotografia e opere di pop art chiudono questa prima parte. Kandinskij, Mondrian e, in scultura, Gabo e Brancusi, si fanno portavoce del minimalismo, ma grande spazio è riservato anche al tedesco Beuys, tra i precursori dell’istallazione come forma di espressione artistica. Il percorso “Poesia e Sogno”, nelle sale del surrealismo, è introdotto da una tela di De Chirico, “L’incertezza del poeta”, e continua con Kounnellis, Klee, Miró, Magritte, Henry Moore e Francis Bacon. Riservata all’ultimo cammino tematico, quello gestuale, l’ala est del terzo piano. Spiccano la scultura ovale “Ishi’s Light” di Kapoor, il dipinto “Adamo ed Eva” di Barnett Newmann, il famoso taglio nella tela di Lucio Fontana, la pittura emozionale di Rothko e gli inconfondibili sgocciolamenti di colore di Pollock.