È nato nel secolo dei lumi il più antico dei grandi musei londinesi, fondato nel 1753 per diventare il luogo dove leggere la storia di tutte le culture e le civilizzazioni del pianeta. Gli inglesi, popolo di girovaghi e colonizzatori, hanno sempre avuto una passione per il collezionismo e dai loro viaggi tornavano, non indenni da critiche, con reperti di ogni tipo. Il British è il museo che esemplifica questa tendenza, avendo preso forma intorno alla raccolta di Sir Hans Sloane ed essendosi arricchito di donazioni private, apporti provenienti dai Grand Tour alla scoperta del mondo classico, nonché dalle vittorie su Napoleone in Egitto. Un villaggio della cultura esteso su ben 14 ettari: insomma, un quartiere nel quartiere londinese di Bloomsbury! Le colonne e il timpano neoclassico dell’edificio non preparano alla avveniristica cupola in vetro che copre la Great Court, l’immenso cortile interno. Progettata dall’archistar Norman Foster, questa copertura pare un’immensa rete intessuta da un ragno e ha creato una piazza elegante e luminosissima dove i londinesi si danno appuntamento per un caffè e una fetta di torta. Tra le antichità greche, imperdibili i marmi e i fregi (capolavoro di Fidia) sottratti da Lord Engin nel 1801 dal Partenone, da allora al centro di una disputa tra il governo inglese e quello greco che ne reclama la restituzione. Reperti dall’attuale Yemen, dall’Anatolia, dall’Assiria e dalla Mesopotamia nelle sale dedicate all’Asia occidentale, dominate dalle colossali statue dei tori alati dal palazzo reale di Saragon II (710 a.C.), alle porte della città di Khorsabad. Copre quasi duemila anni di storia l’esposizione egizia, dove spiccano la stele di Rosetta (196 a.C.), le cui iscrizioni in tre lingue permisero di risolvere l’enigma dei misteriosi geroglifici, la gigantesca statua di Ramesse II (1270 a.C.) e splendidi sarcofagi. Ritrovamenti della Gran Bretagna di epoca romana, raccolte di arte celtica e orientale, collezioni medievali, rinascimentali, moderne ed etnografiche completano il patrimonio del British Museum. Indispensabile la cartina, per non perdersi sui tre piani dell’esposizione, organizzati senza un preciso ordine geografico e cronologico. I capolavori sono tanti, impossibile vedere tutto in una volta! La regola è che laddove la gente gremisce una sala, qualcosa di imperdibile c’è.