Residenza reale, zecca, serraglio con ogni sorta di animali esotici, osservatorio, prigione e camera del tesoro. La Tower of London si visita soprattutto per i gioielli della corona conservati nella Jewel House: ampolle, cucchiai, anelli e, certamente, corone e scettri tempestati di diamanti (tra cui la “Stella d’Africa”, il diamante intagliato più grande del mondo). Sono tanti i secoli di storia passati tra le mura di questa fortezza, costruita quando Guglielmo I sentì la necessità di erigere un fortino per proteggere le ricchezze del porto di Londra. Seguì la White Tower, la parte più antica del complesso, nella quale si trova la St John’s Chapel, un vero e proprio gioiello dell’architettura religiosa normanna. Strumenti di tortura nei sotterranei, graffiti dei detenuti imprigionati nella Beauchamp Tower, esposizioni di armi e armature da torneo parlano di un Regno che ha visto versare molto sangue e ha conosciuto lotte intestine, come testimonia la Bloody Tower (torre sanguinosa), dove sarebbero stati rinchiusi e uccisi i figlioletti di Edoardo IV per ordine di Riccardo III. I Beefeaters, dalla sgargiante uniforme rossa, continuano a controllare la fortezza e a portare avanti la cerimonia notturna delle chiavi per la chiusura della torre. La campana della Byard Tower suona ogni sera al crepuscolo, come quando annunciava il coprifuoco. I corvi, anziché segno di malaugurio, qui vigilano sulle antiche pietre del fortino. Una leggenda dice che il Regno cadrebbe nel momento in cui volassero via. Tra turisti e uno skyline ormai dominato dai grattacieli moderni, tra cui l’inconfondibile sagoma del Gherkin (cetriolo), la Tower of London continua a mantenere le sue tradizioni e a rimanere simbolo di una monarchia forse troppo congelata nel tempo.