Si racconta che, all'alba dei tempi, il dio ariete Khnum utilizzò il limo del Nilo per modellare il genere umano. E a lui è stato dedicato questo tempio, del quale oggi si ammirano rovine che però risalgono a un edificio posteriore, di epoca greco-romana, eretto nel luogo dell'antico sacrario. Resta del tempio originario la grande sala ipostila, uno dei più begli esempi dell'architettura greco-romana in Egitto. Perfettamente conservate le 24 colonne dai capitelli tutti diversi l'uno dall'altro, che ancora mantengono i colori di un tempo. I rilievi sui fusti celebrano le principali feste della città: la creazione cosmica di Neith e il sollevamento del cielo per opera di Khnum, mentre le scene sulle pareti della sala rivelano diversi aspetti della religione praticata a Isna, dove si adoravano due raffigurazione del dio creatore (Khnum e Neith), oltre a numerose altre divinità. Completano la decorazione del tempio testi incisi che permettono di ricostruire la teologia di Isna e i dettagli della sua vita religiosa, inni crittografici, riti di magia propiziatoria, scene di guerra e di rituali sacri.