Un costante lamento accoglie il visitatore ad Hamah. È il “canto” delle norie, enormi ruote per l’approvvigionamento dell’acqua. Dall’antichità responsabili della colonna sonora urbana, sono anche protagoniste del paesaggio cittadino e per questo familiarmente battezzate con dei nomi propri. Dal punto di vista tecnico si tratta di ruote di legno a pale, sulle quali sono collocate delle coppe che, prelevata l’acqua dal fiume, la convogliavano nei canali di scorrimento dell’acquedotto. Il sistema era la soluzione più efficiente per il rifornimento dell’acqua, dato che l’Oronte scorreva (e tuttora scorre) a un livello notevolmente inferiore rispetto alle rive. Disseminate lungo tutto il corso del fiume, le norie caratterizzano il panorama di Hamah dal tardo medioevo. Delle 32 allora esistenti ne rimangono 16 che, pur non servendo più alla funzione per cui sono state costruite, costituiscono una sorta di museo all’aperto di archeologia industriale, messe in azione solo dalla primavera all’autunno. La più alta è la Muhammadiyah, costruita nel 1361, ha un diametro di 21 metri e si erge solitaria nella zona occidentale dell’abitato. Altre ancora, raggruppate, sono collocate in pieno centro, in mezzo a frequentatissimi giardini.