Soltanto la presenza di un tell (collina) artificiale, originato dalla sovrapposizione di insediamenti diversi, tradisce il passato plurimillenario della città. Eppure, nonostante all’apparenza non sembri, Hamah è uno dei centri della Siria che più ha conservato il tessuto edilizio tradizionale, e si può solo auspicare non venga compromesso da uno sviluppo industriale sempre più incalzante.
Le norie, enormi ruote in legno che da secoli prelevano l’acqua dall’Oronte per irrigare orti e giardini, conferiscono un’immagine peculiare e costituiscono la principale attrattiva della città. Ma ad Hamah è piacevole anche solo passeggiare lungo il fiume, che d’estate si anima di uomini e donne seduti ai tavolini sulle terrazze a ridosso dell’acqua, oppure per il suo piccolo ma grazioso centro storico. Sulla riva destra dell’Oronte, la moschea di Nuri, quella di Abul-Fida e la Grande Moschea, l’edificio più antico della città, distrutta nel corso dei gravi incidenti scoppiati nel 1982.
Uno strano fascino quello di Hamah, dove l’aspetto di vivace località balneare contrasta con lo spirito tradizionalista dei suoi abitanti, fra i più religiosi del Paese.