Tre piani, 140 sale, una biblioteca d’arte con oltre 100mila volumi e collezioni di archeologia classica (Egitto, Grecia e Roma), reperti di civiltà non europee, raccolte di etnografia e arte applicata dal medioevo ai giorni nostri fanno del museo di Bruxelles uno dei più grandi e celebri d’Europa. La ricostruzione di una necropoli merovingia e gli arredi funerari della sepoltura di Eigenbilzen (400 a.C.) costituiscono il nucleo più rappresentativo della sezione dedicata alla preistoria e all’archeologia belga. Ceramiche e sculture dal Vicino Oriente, una terracotta votiva di Gilgamesh (2250-1900 a.C.), bronzi di Luristan (1200-600 a.C.) e un grande plastico della Roma imperiale del IV secolo d.C. sono i pezzi più notevoli della raccolta di antichità romane e mediorientali. Un grande ambiente ospita la ricostruzione del colonnato romano (35 metri) che fiancheggiava la via principale di Apamea, in Siria, e il grande mosaico con scene di caccia (V secolo d.C.) che adornava la sala del ricevimento del governatore romano di stanza nella città siriana. Al secondo piano, la ricostruzione didattica del procedimento di fabbricazione dei vasi e, di seguito, la sezione di antichità romane e greche con reperti dall’Italia preromana, oggetti etruschi, sculture e stele. La visita continua con l’arte greca, principalmente rappresentata da ceramiche decorate con motivi geometrici. La collezione archeologica si chiude con reperti egizi, tra cui moltissimi oggetti connessi con il culto dei morti, uno degli aspetti più affascinanti ed enigmatici della civiltà egiziana. Spiccano il frammento di uno dei più antichi Libri dei Morti (forse 1700 a.C.), il papiro di Neferenpet (1200 a.C.) contenente un secondo Libro dei Morti, stele funerarie, statuine e oggetti votivi; bello il rilievo della dea Osiride e notevolissimo il rilievo tebano della regina Tity.