Statue, rilievi bronzei e colonne classicheggianti sull’elegante Rue de la Régence danno il benvenuto ai visitatori all’ingresso del Museum voor Oude Kunst. Per chi dovesse avere qualche lacuna nell’arte fiamminga e olandese, questo è il museo adatto e, una volta usciti, Van Dyck, Rubens, Jordaens e Rembrandt non avranno più segreti. Non mancano quadri di ogni scuola e provenienza che trovano posto in un allestimento su piani diversi, ognuno contraddistinto da un colore che consente di seguire un preciso itinerario storico. È il “percorso blu”, quello della pittura fiamminga del XV e XVI secolo, a essere protagonista, con la sua sfilata di capolavori. Accanto ai dipinti dai colori brillanti di van der Weyden, ai lavori di Dierick Bouts, Hans Memling e Hieronymus Bosch (celebre la “Crocefissione”) spiccano per la loro bellezza opere di mano ignota. Si continua con opere di maestri tedeschi, tra i quali emergono i due Lucas Cranach, padre e figlio. I volti sconvolti e i paesaggi poetici di Pieter Brueghel il Vecchio affollano la sala 31, dove si trovano “l’Adorazione dei Magi” e il “Paesaggio con la caduta di Icaro”, una delle sette meraviglie del Belgio. Il “circuit brun” accompagna alla scoperta della pittura dei secoli XVII e XVIII. Compaiono nomi celebri di artisti italiani e spagnoli, tra cui Tintoretto, Tiepolo, Ribera e Botticelli, ma è Rubens, con i suoi dipinti cromaticamente vivaci, violenti ed esuberanti, a essere protagonista. Van Dyck, Jordaens, Rembrandt, le scene di osteria, di vita contadina e di folclore di Teniers il Giovane, alcuni francesi del ‘600 e del ‘700 completano l’esposizione.