Con lo sbarramento del Nilo a seguito della realizzazione della Diga Vecchia (fine XIX secolo), gli straordinari templi del complesso monumentale sull'isola di File vennero semi-sommersi dalle acque e solo due mesi all'anno, in agosto e in settembre, lo svuotamento delle riserve idriche consentiva all'isola di coprirsi di fiori e di ricevere i turisti. La costruzione della Diga Alta (1960-64) parve decretare la definitiva condanna di questo complesso, già eroso dalle variazioni del livello dell'acqua. Si ebbe così una incredibile mobilitazione da parte di studiosi da tutto il mondo per la ricerca di una soluzione: si decise di spostare l'intero gruppo di edifici sull'isoletta di Agilkia, situata 500 metri a nord-ovest di File e, diversamente da questa, ben al di sopra del livello delle acque. Il padiglione di Nectanebo I con il suo portico rettangolare a 14 colonne, le 31 colonne rimaste del tempio di Arensnuphis, il tempio di Iside, con i suoi due monumentali piloni decorati a rilievi, la sala ipostila e gli ambienti più intimi dedicati ai rituali segreti. E, ancora, le rovine della porta di Adriano e Marco Aurelio, un Nilometro, il tempio di Hathor dalle splendide decorazioni parietali e il padiglione di Traiano, luogo di sosta e imbarco per le barche processionali. Questo colossale trasferimento durò 8 anni, dal 1972 al 1980, e fece dell'isolotto di Agilkia una riproduzione urbanistico-ambientale (si è pure ricreata la topografia dell'isola originaria) di File, che si scorge dalla terrazza alle spalle del padiglione di Traiano, ridotta a un isolotto coronato di verde.