Touring e bicicletta, un binomio che nasce da molto lontano...
LA STORIA DELLA BICICLETTA
Iniziamo col dire che alla fine dell'Ottocento era la bicicletta il mezzo più moderno, il mezzo che rivoluzionò il modo di spostarsi per le singole persone (i mezzi collettivi erano le carrozze, poi trasformate in omnibus e infine in tram, in treni ecc.). La bicicletta, o velocipede, o “bicicletto”, infatti, dopo i primi modelli molto particolari con la ruota enorme e l'altra piccolina aveva acquistato la tipologia che conosciamo ancor oggi con le due ruote di uguale dimensione. Sostituiva finalmente il cavallo, l'altro modo per un singolo di spostarsi in uso da tempo immemorabile, ma con un indubbio vantaggio: non ci voleva la biada, non ci voleva la stalla, ma solo un minuscolo posto dove ricoverarla.
Luigi Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring Club Italiano, dichiarò infatti un uno scritto del 1897: “Ero rimasto alpinista e camminatore; ma dal giorno in cui ho provato la bicicletta, in verità, ho capito quanto valga il ciclismo, ne ho sposato la causa e mi son fatto ciclista”.
iL TOURING E LA BICICLETTA
Fu così che nacque, su iniziativa di questo illuminato milanese, il Touring Club Ciclistico italiano, nel 1894: 57 amici appassionati del “bicicletto” volevano inaugurare un nuovo modo di viaggiare e fare sport: scopo dell'associazione era favorire questa passione proponendo profili cicloturistici che descrivevano le strade da percorrere, cassette di riparazione disposte in caso di necessità lungo i principali itinerari e naturalmente molte gite collettive.
Una delle prime, passata alla storia, fu la staffetta Milano a Roma del 1895 capitanata da due velocipedisti d’eccezione, i fondatori del Tcci Federico Johnson e Luigi Vittorio Bertarelli. Li vediamo, nelle foto sbiadite dell'epoca, sfilare per le strade in sella alle loro biciclette. La comitiva di ben 70 ciclisti raggiunse Roma e fu ricevuta dalla Regina Margherita di Savoia. Fu un segnale decisivo sul nuovo ruolo della bicicletta che permetteva agli italiani di andare alla scoperta del loro Paese unificato da solo trent'anni, ma ancora sconosciuto ai più.
Bertarelli e Johnson andavano così alla scoperta dell'Italia in bicicletta, utilizzando anche il treno. Sfruttavano infatti quest'ultimo per portarsi vicino alla meta, poi saltavano in sella e iniziavano la scoperta dei borghi e dei paesaggi d'Italia. In questo modo, dunque, i primi soci del Tci partirono dalle città per raggiungere località turistiche, città, laghi e lidi marini.
LE FOTO D'ARCHIVIO DEL TCI
L'archivio fotografico del Touring oggi digitalizzato - consultabile sul sito www.digitouring.it - ci fornisce preziose testimonianze di quei tempi e di quelle prime avventurose gite. Le carrozzabili o camionabili sono pressoché deserte, ma sono in terra battuta: l'asfalto arriverà più tardi. Il pericolo di forature è quindi dietro l'angolo: basta un sassolino aguzzo, un chiodo o una vite per compromettere tutto. Ecco allora che il neonato Tci inventa le cassette di pronto intervento per le forature e le sistema lungo le strade.
Gli entusiasti velocipedisti di quei tempi non si lasciano però spaventare e progettano gite più o meno lunghe. Sono singoli gruppetti di amici che da Milano raggiungono le rive del lago di Como, sulla via Regina, spingendosi fino a Ossuccio, ma sono anche soci che partecipano a una vera e propria gita sociale: nelle foto li troviamo a Trento, ancora sotto l'impero d'Austria nel 1898, alle Fonti del Clitumno, in vetta al monte Ortobene in Sardegna e all'ex-convento di S. Michele al Bosco, presso Bologna, oggi Istituto ortopedico Rizzoli.
Anche Olindo Guerrini, console di Bologna e Capo Console del Touring dal 1897, era un appassionato della bicicletta: si recò ad Annecy via Moncenisio e partecipò a vari raduni organizzati dal Tci, divenendone uno dei testimonial, tanto che compone anche l'inno ufficiale dell'associazione.
La missione ciclistica del Touring rimarrà nel dna dell'associazione anche quando ci fu il cambiamento del nome in Touring Club Italiano: l'associazione è sempre stata attenta al mondo che cambiava attorno a lei. In questo caso fu l'arrivo dell'automobile a scatenare nuove dinamiche: il Touring si diede da fare promuovendo la cartellonistica stradale, producendo le prime targhe e rilasciando le prime patenti di guida.