
«Il bilancio di questi due anni? Ottimo». Non ha dubbi Cristina Cattaneo, medico, antropologa, docente di Medicina Legale, ma soprattutto fondatrice e anima del MUSA di Milano, Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, mediche e forensi per i Diritti Umani, a sua volta costola del Labanof, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università.
Un museo innovativo (qui l'articolo sul perché visitarlo), dove dal primo giorno l’accoglienza è curata dai Volontari TCI dell’iniziativa Aperti per Voi; parlando proprio di loro il medico legale più famoso d’Italia sottolinea come "i Volontari TCI non solo danno un apporto molto rilevante al MUSA, ma sono andati oltre e molti hanno voluto imparare questa materia così ostica, proprio per accogliere al meglio i visitatori".

Tornando ai primi due anni di attività del MUSA, Cattaneo si accende di
entusiasmo: "Oltre che visitatori indipendenti riceviamo tantissime scuole. Le classi vengono perché il MUSA è prima di tutto un museo scientifico. Ma la visita si trasforma anche in un’occasione di educazione civica perché: «Se è chiaro che il messaggio del museo è contro la violenza, solo visitandolo i giovani possono capire e dirsi “guarda che cosa può fare la scienza per contrastare la violenza”», prosegue.
Risultati positivi che aprono nuove prospettive. «Abbiamo molte richieste per organizzare eventi per il contrasto della violenza: nei prossimi due anni speriamo di allargarci. Lo spazio attuale ci limita un po’ – continua Cattaneo –. I progetti sono già in corso. Dobbiamo cercare i fondi per gli allestimenti, ma i concept sono già a buon punto, gli spazi ci sono e pure la data di massima, nei primi mesi del 2027».
Perché la funzione principale del MUSA e delle sue collezioni è spiegare l’importanza di «mettere i professionisti giusti al posto giusto: medici preparati nei pronto soccorso, tecnici specializzati sulle scene del crimine, scienziati forensi nelle posizioni chiave».

L’obiettivo è riuscire non solo a proteggere le vittime di oggi e a fare prevenzione, ma anche ad aiutare ad amministrare la giustizia e a ricostruire il passato, per capire meglio la traiettoria di fenomeni sociali come violenza e discriminazione. «Solo così – tiene a rimarcare la ricercatrice, milanese d’adozione – possiamo creare un sistema efficace per contrastare e, soprattutto, prevenire la violenza.

Oggi la patologia forense è in grande crescita, ma le sue potenzialità non sono utilizzate al meglio dalla nostra società». Un settore importante del MUSA è rappresentato dalla CAL, Collezione Antropologica Labanof, che conta più di 2 mila scheletri moderni e oltre 10 mila antichi. «È la più grande raccolta d’Europa – precisa Cristina Cattaneo – ed è estremamente preziosa. Copre 2mila anni di storia della città, consentendo progetti di ricerca scientifica altrimenti impossibili. E attira moltissimi studenti da tutto il mondo: si tratta di resti resi anonimi, ma di quelle persone ci sono note malattie e causa del decesso. Qui davvero mortui vivos docent: confrontare i femminicidi di oggi con quelli del Medioevo vuol dire ricostruire chi erano i vulnerabili nella storia».
INFORMAZIONI
- Giorni e orari di visita: martedì 14-18; mercoledì 14-18, con accoglienza dei soci volontari del Touring Club Italiano; giovedì 14-18; venerdì 9-18 (dalle 14 alle 18 con accoglienza dei soci volontari del Touring Club Italiano); sabato 9-13, ultimo ingresso alle 12, con accoglienza dei soci volontari del Tci.
- Il MUSA si trova in via Ponzio, 7 a Milano. Per info e prenotazione gruppi: musa@unimi.it.
