Ci sono monumenti fortunati e altri che lo sono meno, pur avendo alle spalle una storia importante. Anche Milano non fa eccezione: per un Castello Sforzesco ridotto a rudere nel 1861 ma risorto dalle ceneri ai primi del ’900 grazie alla maestria dell’architetto Luca Beltrami e oggi museo, c’è la sfortunata vicenda di S. Giovanni in Conca, la cui cripta romanica – unica testimonianza di una antica basilica al centro di piazza Missori –, è un luogo del progetto Aperti per Voi sin dal 2009.

Il filo della storia per S. Giovanni in Conca, infatti, corre quasi per 20 secoli, visto che la prima basilica paleocristiana sorse nel V sec. d.C. sui resti di una domus romana. Come documenta un mosaico con figura di felino, risalente al III sec. d.C. e rinvenuto nel 1881 sotto la navata principale, oggi custodito al Museo archeologico.

Mosaico proveniente da piazza Missori/San Giovanni in Conca, a Milano, oggi conservato al Museo Archeologico di Milano
Mosaico proveniente da piazza Missori/San Giovanni in Conca, a Milano, oggi conservato al Museo Archeologico di Milano

Una basilica che trova menzione già nell’879 nelle disposizioni testamentarie dell’arcivescovo Ansperto. Dedicata a S. Giovanni Evangelista e detta “in conca” per l’avvallamento del terreno circostante, era circondata da una necropoli. L’edificio fu completamente riedificato in forme romaniche dotandolo dell’attuale cripta, per poi essere ricostruito nuovamente nell’XI e nel XIII secolo.

Più volte restaurata nel corso del ‘900, la cripta presenta attestazioni romane e medievali e tracce di affreschi non conservati. A sostenerne la copertura sono diciotto splendide colonne, con basi, fusti e capitelli eterogenei per forma, dimensione e tipologia della pietra utilizzata. Un vero e proprio tesoro nascosto nel centro di Milano.

San Giovanni in Conca, Milano
San Giovanni in Conca, Milano

Ti invitiamo a visitare la cripta in piazza Missori; queste le prossime aperture, dove troverai ad accoglierti i volontari di Aperti per Voi:

  • mercoledì 5 marzo 2025 dalle ore 10 alle 13
  • sabato 15 marzo 2025 dalle ore 14.30 alle 17.30
  • mercoledì 19 marzo 2025 dalle ore 10 alle 13
  • sabato 29 marzo 2025 dalle ore 14.30 alle 17.30

L'apertura della cripta è inserita nell'ambito della coprogettazione con il Comune di Milano del Touring Club Italiano, in cui da febbraio 2025 sono coinvolti anche il Museo di Storia Naturale, l’Acquario Civico, il Civico Tempio di San Sebastiano, con l'obiettivo di valorizzare il volontariato civico e l’impegno dei cittadini nel prendersi cura della città come bene comune.

I cittadini e le cittadine, infatti, non sono più solo fruitori della bellezza culturale, ma diventano parte attiva nel coinvolgere e vivere la straordinaria ricchezza dei luoghi di cultura. Un progetto che promuove la conoscenza, accrescendo il senso di appartenenza tra i milanesi e i beni comuni e incentivando la cittadinanza.

LA STORIA DI SAN GIOVANNI IN CONCA

Ma perché non esiste più una chiesa sopra la cripta? La storia è complessa. Torniamo a mille anni fa, quando l’elegante campanile e la facciata in marmo e laterizio con portale sormontato da un grande rosone piacquero a Barnabò Visconti, signore di Milano, che nel XIV secolo volle incorporare l’edificio, quale cappella gentilizia, nel vicino palazzo che stava costruendo. Barnabò Visconti decise poi di autocelebrarsi con una grandiosa statua equestre in marmo commissionata a Bonino da Campione e posta nel 1363 nell’abside della chiesa; fu trasformata in monumento funebre con il sarcofago sottostante nel 1385. Un capolavoro di scuola campionese che oggi è conservato nel Museo di arte antica del Castello Sforzesco. Un anno prima, nella cripta, aveva trovato sepoltura sua moglie Regina Beatrice della Scala.

Più avanti, nel 1531, Francesco II Sforza donò la chiesa di S. Giovanni in Conca ai Carmelitani che vi costruirono accanto un monastero che, nel 1662-68, fu decorato all’interno e in facciata in stile barocco. La soppressione dell’Ordine carmelitano, nel 1782, segnò l’inizio della parabola discendente. Chiuso al culto nel 1805 l’edificio divenne un magazzino di ferramenta e carri fino al 1877, quando il nuovo piano regolatore ne previde l’abbattimento per fare spazio all’attuale via Mazzini. Dopo accesi dibattiti, drasticamente accorciata e con la facciata montata in obliquo, avendo subito un radicale “restauro” neogotico, la chiesa riaprì i battenti nel 1881 quale chiesa valdese.

Quel che rimane dell'esterno di San Giovanni in Conca, Milano - foto Gusmeroli
Quel che rimane dell'esterno di San Giovanni in Conca, piazza Missori, Milano - foto Gusmeroli

Non è finita qui. Miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti del 1940-45, S. Giovanni in Conca restò poi vittima di “imprescindibili esigenze di viabilità” a partire dal 1948: se ne salvarono solo la facciata “trapiantata” nel nuovo Tempio valdese di via Francesco Sforza e appunto la cripta romanica, con parte dell’abside, che oggi custodisce reperti romani e medievali.

San Giovanni in Conca, Milano
Capitello conservato in San Giovanni in Conca, Milano