Ecco allora che 23 associazioni di protezione ambientale, tra cui il Touring Club Italiano, fanno arrivare, d una settimana dal voto, la voce di milioni di cittadini che scelgono di prendersi cura dei beni comuni e del futuro del nostro Paese (il 51,9% degli italiani è preoccupato per i cambiamenti climatici, Annuario 2017 ISTAT). Già nel 2013 le associazioni interloquirono con tutte le maggiori forze politiche e i movimenti che si presentarono alle elezioni nazionali presentando un proprio documento di proposte. Come 5 anni fa, l’Agenda ambientalista 2018 per la ri-conversione ecologica del Paese è alla base della interlocuzione con le forze politiche – in questa settimana con FI, Lega – Salvini Premier e FdI e nei giorni scorsi con incontri con M5S, PD, LEU e +Europa - e vuole costituire la base per un confronto con il futuro presidente del Consiglio incaricato in occasione degli incontri con i corpi intermedi per la formazione del Programma di Governo.
1. la redazione del Piano Nazionale Clima e Energia, che faccia conseguire l’Obiettivo 100% rinnovabili al 2050, nel rispetto delle tutele ambientali paesaggistiche e culturali, e la definizione di una Roadmap di decarbonizzazione con la fuoriuscita dall’uso del carbone entro il 2025;
2. il varo di Piano nazionale della mobilità, atteso dal 2001, per favorire la mobilità pulita (a cominciare dalla bicicletta e dalle auto elettriche) e ripensare le città, liberandole da congestione, dall’ inquinamento e dalle emissioni di gas serra;
3. la definizione della nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità, post 2020, nel pieno rispetto delle Direttive europee “Habitat” e “Uccelli” per conservare un patrimonio che non ha eguali in Europa (l’Italia ha il primato continentale per la varietà di specie e habitat) sottoposto a gravi fenomeni di bracconaggio e di speculazione nelle aree di pregio;
4. sostenere in sede comunitaria la revisione radicale della Politica Agricola Comune, basata sui principi dell’agroecologia e del benessere animale, evitando, tra l’altro, l’uso dei pesticidi nelle aree protette e vicino ai corsi d’acqua, mantenendo il divieto assoluto di prodotti OGM;
5. dare piena attuazione alla Strategia Marina per l’Ambiente Marino, derivante dalla Direttiva europea del 2008, come tutelare le aree interne con appositi provvedimenti mirati per le zone montane, nel rispetto della Convenzione internazionale delle Alpi e per il rilancio della Convenzione degli Appennini.
a) puntare ad una legge efficace contro il consumo del suolo e la rigenerazione urbana, partendo dal disegno di legge discusso nella XVII legislatura, con le necessarie modifiche;
b) completare il percorso avviato con l’introduzione, dopo 20 anni, nel Codice Penale degli ecoreati con l’aggiunta di nuovi “delitti ambientali” per la tutela della fauna protetta e l’individuazione di una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire i proventi delle sanzioni contravvenzionali minori;
c) convocare entro il 2020 la III Conferenza nazionale sulle aree protette per ridefinire e rilanciare il ruolo dei parchi nella tutela e valorizzazione del patrimonio naturale;
d) completare la stagione dei nuovi Piani paesaggistici (sinora approvati da 3 Regioni: Puglia, Sardegna e Toscana) nel contempo, intervenire su quelle disposizioni mirate ad aggirare la pianificazione urbanistica, l’autorizzazione paesaggistica delle Soprintendenze, i vincoli sugli immobili demaniali, oltre a quelle volte alla semplificazione delle procedure autorizzative della Conferenza dei servizi;
e) realizzare una carta nazionale delle terre civiche e un censimento dei demani civici illegittimamente occupati da soggetti senza titoli validi e/o destinate a utilizzi impropri;
f) istituire un Fondo nazionale per le bonifiche dei siti inquinati orfani (senza più proprietario), sul modello del Superfund USA;