Locali, aperitivi, affitti per studenti e ristoranti: non c’è soltanto questo a “San Lollo”. Stretto tra le due principali stazioni ferroviarie, Termini e Tiburtina, è stato il quartiere del proletariato e dell’antifascismo e oggi vivacissimo laboratorio culturale e di comunità. Fino a metà ‘800 era ancora una zona  agricola, subito fuori dalle mura Aureliane, all’altezza della Porta Tiburtina: dall’Unità d’Italia in poi conosce un intenso sviluppo urbanistico, con la costruzione di alloggi per gli operai che venivano a lavorare nella Capitale: artigiani, manovali, ferrovieri, ma anche i contadini delle vigne di Villa Mercede e i “beccamorti” del Verano. Nasce così la natura popolare del quartiere, dove spesso trovano rifugio persone “emarginate” dalla città: in questa realtà di disagio sociale apre nel 1907 la Casa dei Bambini di M. Montessori. Le cronache del 1922 raccontano come San Lorenzo si oppose con forza agli squadristi e alla marcia su Roma, esprimendo con determinazione la sua vocazione antifascista. Il bombardamento del 19 luglio 1943 ha segnato in maniera indelebile la storia del quartiere, ridisegnandone la geografia (ancora oggi si riconoscono gli edifici colpiti) e l’identità: la memoria di quel tragico evento è affidata al Parco dei Caduti e agli affreschi con cui Mario Prayer nel 1946 decorò la chiesa dell’Immacolata. E’ in questo contesto che a partire dal 2010, street artists di tutto il mondo si sono confrontati con opere che, sui muri dei palazzi dilaniati, raccontano le ferie della guerra con lavori come il “Guerrilla Spam” di via degli Equi. Da allora i murales si sono moltiplicati, esprimendo con grande impatto visivo e emotivo le infinite sfaccettature di un quartiere dinamico e all’avanguardia. Uno dei più recenti interventi, lo splendido “Patrimonio Indigeno” di Lucamaleonte (che ha messo insieme i simboli identitari di San Lorenzo sin dalle sue lontane origini di epoca romana) è stato patrocinato dalla Fondazione Pastificio Cerere, presidio culturale che ha caratterizzato la vita del quartiere sin dagli anni ’70, ripopolando con laboratori e studi di artisti uno degli spazi industriali più imponenti della zona. 

 

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Altre informazioni utili:
QUOTA DI PARTECIPAZIONE:  € 10 Soci TCI  –  € 14 non soci
Visita guidata con un numero limitato di partecipanti, distanziamento, mascherina obbligatoria e sistemi di radio-amplificazione sanificati (€ 2,00 da pagare in loco).