Questo palazzo è tra le dimore storiche settecentesche più interessanti di Via Vittorio Emanuele ex Cassaro. Non si conosce la data esatta di costruzione ma sembra che sorga su resti di costruzioni arabe e romane e la posizione che occupa è stata oggetto di innumerevoli edificazioni fin dall’età fenicia. La prima notizia sicura, come proprietà di Casimiro Drago, presidente del Concistoro, risale al 1714, ne è prova tra l’altro lo stemma sul portale che rappresenta un drago.
Nel 1744 il figlio Biagio II Drago fa eseguire alcune modifiche rivolte ad abbellire il palazzo ed affida ad Olivio Sozzi l’incarico di eseguire gli affreschi del salone principale.
All’ingresso, nel timpano è raffigurato un grande stemma caratterizzato da una ghirlanda con un drago coronato ad ali spiegate. Dal cortile ornato da una fontana parte una maestosa rampa di scale che porta al piano nobile che si presenta con la tipica disposizione di saloni susseguenti con soffitti arredati con splendidi affreschi.
 
Nella sala d’ingresso detta la “Sala Dell’Incarico”, Olivio Sozzi rappresenta l’incarico di Zeus che dona ad Hermes, messaggero degli dei, una mela d’oro destinata a Paride. Questo affresco, in particolare, viene ricordato come l’unica opera a sfondo pagano di Olivio Sozzi artista di rilievo nella pittura siciliana del Settecento.
Nella sala successiva, “Sala del Trompe-l’oeil”, gli affreschi rappresentati con balconi sono il Giudizio di Paride e le Allegorie e sono opera di Ettore De Maria Bergler.
La “Sala Neoclassica”, il primo dei saloni prospicienti su Via Vittorio Emanuele, si distingue per il colore rosso predominante, ed è caratterizzato da pitture raffiguranti medaglioni e al centro una veduta del cielo con figura femminile e putti con fiori. Queste pitture sono opera di Francesco Lojacono.
Nella “Sala dei Coralli” con decorazioni di stile pompeiano è presente un dipinto raffigurante l’attrice Eleonora Duse ed una vetrinetta contenente oggetti personali della celebre artista.
Nel salone, detto la “Sala dei Piatti", la volta è decorata con una fascia che riproduce piatti di porcellana Imari che hanno un notevole effetto tridimensionale e cromatico e l’ambiente è caratterizzato dall’Allegoria della Primavera con cupidi volteggianti in aria. Infine, la “Saletta dei Paggi” custodisce memorie coloniali.

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Quota di partecipazione
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