La Sagra della Pagnotta è la sagra primaverile più importante della Romagna, che celebra un "pane", quaresimale e pasquale, molto speciale, icona per eccellenza di tutti i dolci romagnoli, soffice come una brioche.

Sebbene sia una tradizione diffusa in tutta la Romagna, la pagnotta pasquale più famosa è indubbiamente quella di Sarsina.

Nelle due domeniche nelle quali si svolgerà la Sagra, 3 e 10 aprile 2022, l’intero centro storico della Città Plautina sarà animato dalla presenza di numerosi stand gastronomici e da intrattenimenti musicali ad opera della Banda Città di Sarsina.

Sono inoltre organizzati laboratori per bambini e simpatiche competizioni sul peso della “Magna Pagnotta” e fra le Pagnotte fatte in casa.

Durante la Sagra è possibile avvalersi di visite guidate alla scoperta di Sarsina e delle sue meraviglie.

Presso lo stand in Piazza Plauto della Pro Loco di Sarsina, organizzatrice della Sagra, sarà possibile consumare degli stuzzichini, dolci e salati, con la Pagnotta.

Per l’occasione i forni saranno aperti al pubblico offrendo così la possibilità agli intervenuti di acquistare questo prelibato dolce.

La Pagnotta Pasquale

Un tempo era tradizione iniziare il giorno di Pasqua con una lauta colazione da consumare tutti insieme in famiglia con la Pagnotta Pasquale.

In abbinamento alle uova benedette ed al meno “santo” salame casereccio, era naturalmente accompagnata con del buon Sangiovese.

La festa pasquale, oltre alle radicate motivazioni religiose, era legata al primo risvegliarsi della natura e, oggi come allora, ritroviamo sulle tavole gli stessi simboli: le spighe del grano tramutate in pane, le erbe, le uova, l’agnello, irrinunciabili e caratteristici alimenti in questa festa.

La Pasqua di resurrezione è legato all'uovo, alimento simbolo della vita che si rinnova, della speranza nel futuro, un auspicio di fecondità, mentre l’agnello simboleggia il sacrificio di Gesù.

Questa è la ricetta tradizionale, pubblicata da Vittorio Tonelli nel suo libro "A tavola con il contadino romagnolo" - Imola 1986, p. 192:

- due chili di farina di grano;

- uno di pasta lievitata;

- sette etti di zucchero;

- un etto mezzo di strutto (o margarina);

- dieci uova;

- buccia grattugiata di due o tre limoni;

- due bustine di vaniglia;

- un pugno di lievito di birra;

- un pizzico di sale e, volendo, dell'uva secca.

L'impasto, a forma di cupola, si lascia lievitare ore e ore, in attesa della cottura, che dovrà avvenire a fuoco lento, nel forno, sopra fogli di carta straccia. Prima, però, va "pennellato" con uova sbattute e superficialmente tagliato in alto perché abbia a "fioccare" bene.

A cottura ultimata (dopo un'ora circa), la pagnotta si presenta nella sua profumata mole marroncina, alta venti centimetri e con un diametro base di quaranta.

Un momento delicato e importante è quello ella lievitazione, che necessita di un ambiente caldo a temperatura costante. Anni fa le forme impastate si mettevano, addirittura, a lievitare nel letto, col "prete", il quale non era altro che un vecchio attrezzo di legno ricurvo atto ad impedire alle lenzuola di bruciarsi a contatto col recipiente ripieno di carbone acceso.