Una delle rievocazioni storiche più importanti della Regione Marche si vive a Monterubbiano: “Sciò la Pica”, festa che evoca la venuta dei piceni nel territorio marchigiano, ed è tradizionalmente collocata nella domenica di Pentecoste, ed unisce agli antichissimi riti della Primavera Sacra romana la devozione alla Madonna del Soccorso.
Viene raccontata la storia dei giovani Sabini che, durante il Ver Sacrum, dal primo di marzo al trenta di aprile di ogni anno, lasciavano il loro luogo di origine per migrare verso nuove e feconde terre da colonizzare. Obbedivano al voto fatto alle divinità in occasioni di epidemie, carestie e altri gravi pericoli. Nella migrazione seguivano la via indicata da animali totemici come il picchio, l’animale sacro al dio Marte, da cui deriva poi il nome “Piceni”, e da cui deriverà anche il simbolo dello stemma della Regione Marche.
Quando la primavera è al culmine, nel giorno della Pentecoste, prende vita a Monterubbiano la rievocazione storica dell'Armata di Pentecoste “Sciò la Pica”. Sebbene sia difficile datare con certezza le origini della rievocazione, esistono documenti cinquecenteschi che ne attestano la veridicità ed un origine che risale addirittura alla “Ver Sacrum” ossia la primavera sacra picena, vantando una lunghissima storicità ininterrotta.
Secondo la tradizione tramandataci dagli storici latini Plinio, Festo e Strabone, giovani popolazioni sabine, allontanatesi dal proprio nucleo di origine per “voto” sacrificale, forse per una pestilenza o carestia, arrivarono prima dell'espansione della civiltà romana, fin nel Piceno seguendo il volo del picchio, uccello sacro al dio Marte e comunemente chiamato Pica. L'eco di questi lontani avvenimenti resta ancora oggi nella tradizione monterubbianese dello “Sciò la Pica”.
Durante il corteo storico, alcuni figuranti della corporazione degli Zappaterra, vestiti del tradizionale guazzarone, ripetono l'antica costumanza scacciando la Pica con una canna da un albero di ciliegio, tagliato per l'occasione alle prime luci dell'alba da alcuni giovani del paese.
Accanto a questa tradizione si affianca quella medievale dell'Armata di Pentecoste in cui si ricorda l'epoca in cui la terra di Monterubbiano per intercessione della Madonna del Soccorso, fu liberata dalla schiavitù di un tiranno. La comunità, allora, fece voto di festeggiare tutti gli anni ed “in perpetuo” solennemente questa data con la benedizione dei ceri, simbolo delle Corporazioni presenti. Le Corporazioni fanno riferimento alle arti e ai mestieri del tempo e sono quattro: Artisti, Mulattieri, Bifolchi e Zappaterra.
La mattina del giorno di Pentecoste, dal quattrocentesco Palazzo Comunale e dalle varie vie del paese, fa ingresso nella piazza uno splendido corteo di dame e cavalieri con al seguito le proprie armate, composte da giovani scelti tra le antiche corporazioni cittadine.
Il culmine della festa si ha, poi, nel pomeriggio domenicale con la Giostra dell'Anello, durante la quale agguerriti cavalieri si sfidano in una competizione che necessita di grande abilità e destrezza; la conclusione della giostra è segnata da grida di gioia dei componenti della corporazione vincente.
Il martedì successivo, presso i giardini di San Rocco, si svolgono i cosiddetti Baccanali, festeggiamenti che sono sicuramente ricordi di riti piceni.