Negli ultimi dieci anni Torpignattara, il quartiere multietnico della Capitale per antonomasia, si è trasformato in un vero e proprio “museo a cielo aperto”, dove poter ammirare numerosi esempi della migliore street art a livello europeo ed internazionale. I muri di edifici pubblici e di palazzi privati ospitano i lavori di artisti del calibro di Jef Aérosol, pioniere indiscusso della stencil art, e C215, definito il Banksy francese. Non mancano importanti street artist italiani come Agostino Iacurci, Diavù e il duo Sten & Lex. Queste opere raccontano la storia del quartiere, dei suoi abitanti e delle tante frequentazioni da parte di artisti del calibro di Pasolini, al quale è dedicato uno dei murales che vedremo lungo il percorso. Accanto ai murales si ergono maestose le vestigia di epoca romana, testimoniate dagli archi dell’Acquedotto Alessandrino, l’ultimo acquedotto ad esser costruito per opera dell’imperatore Alessandro Severo. Dove un tempo vi erano vigne ed orti, nei primi anni del ‘900 vennero costruite le prime case per far fronte all’esigenza di un flusso migratorio caratterizzato da migliaia di persone spinte dalla povertà e dalla ricerca di una vita migliore approdano dal sud Italia. Pugliesi, siciliani e calabresi in cerca di fortuna hanno messo in piedi prima delle baracche e botteghe di fortuna e poi, con il passare degli anni, delle casette e dei negozi. In quel quadrante di Roma erano attive dagli anni del fascismo anche alcune fabbriche dove molta di questa nuova manodopera migrante veniva impiegata, come la Pantanella e la Snia Viscosa, progressivamente abbandonate dopo gli anni cinquanta. Durante la seconda guerra mondiale “Torpigna” fu quartiere della Resistenza, la sua posizione di frontiera, vicina al centro ma fuori dal radar dei rastrellamenti nazifascisti, e in collegamento con le direttrici statali su cui da sud arrivavano le truppe alleate, la rese una zona appetibile per molti partigiani che vi trovarono sostegno e rifugio. Negli anni ‘60 ebbe il suo momento di massima fioritura, il benessere economico si tramutò nella riqualificazione edilizia della zona, e Via di Tor Pignattara, grazie ai piccoli negozi degli immigrati ormai di seconda generazione, divenne la via dello shopping più importante del quadrante di Roma sud-est.
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Quota di partecipazione: € 10,00 Soci TCI – € 14,00 non soci
Sistema di amplificazione: € 2,00 (da pagare in loco)
Visita guidata con un numero limitato di partecipanti, distanziamento. Mascherina obbligatoria.