Roma: “San Crisogono a Trastevere”

In epoca romana Trastevere era la regione più grande e popolata della città ed è qui, a causa del suo carattere periferico e marcatamente cosmopolita, che la comunità cristiana (al pari, ad esempio, di quella ebraica o di altri nuclei di origine orientale) trovò un ambiente decisamente adatto per il proprio sviluppo e per l’esercizio dell’attività cultuale: nacquero così, tra il III e il IV sec d.C. importanti tituli, tra cui quello di San Crisogono. Nella sagrestia della basilica moderna (risultato della ricostruzione voluta nel 1626 dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese), tramite una lunga scala in ferro si raggiunge una vasta area sotterranea dove è possibile ammirare consistenti resti della chiesa paleocristiana, a sua volta impostata su edifici romani preesistenti che - con uno sguardo accorto - possono ben essere identificati. Sono davvero tanti gli elementi di grande interesse: la cripta semianulare (da cui si accedeva alla confessio, contenente le reliquie del santo), la presenza di un ambiente con una vasca molto probabilmente utilizzata come battistero, ma soprattutto le numerose testimonianze pittoriche conservate sia nell’abside che lungo le pareti laterali. Si tratta di affreschi databili tra l’VIII e l’XI secolo che raffigurano scene della vita di San Benedetto, papa Silvestro e San Pantaleone. Le continue alluvioni del Tevere, però, danneggiarono le murature di questa primitiva basilica e determinarono anche il progressivo e inesorabile rialzamento della quota del terreno circostante: il cardinale Giovanni da Crema (titolare tra il 1116 e il 1137) decise quindi di abbandonarla e di costruirne una nuova, quella che ancora oggi si affaccia su viale Trastevere con uno dei più alti campanili medievali presenti in città e con una imponente facciata barocca. 

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