Roma: “Circo Massimo”

La Valle Murcia, compresa tra i colli Palatino ed Aventino, fu fin dall’età protostorica sede di antichi culti e successivamente divenne lo spazio privilegiato per eventi di vario tipo: le processioni rituali, la pompa trionfale dei generali vittoriosi e i ludi circenses.  Le gare dei carri appassionavano tantissimo i romani: le loro origini si fanno risalire alle feste religiose che prevedevano anche corse di cavalli. Nel tempo questi ludi si trasformarono in veri spettacoli capaci di attirare folle immense e di accendere gli animi di tifosi scatenati: furono così costruite strutture stabili, inizialmente in legno poi in muratura. Il Circo, che verrà definito Massimo perché era il più grande e magnifico di tutti, fu più volte ristrutturato (anche a causa dei numerosi incendi, in primis quello neroniano del 64 d.C.), raggiungendo la capienza di oltre 250.000 posti sotto il regno di Traiano. Rimasto in uso fino al VI secolo, fu abbandonato e in parte demolito; nel corso del Medioevo divenne una vasta area agricola attraversata dall’Acqua Mariana e caratterizzata dalla presenza di un importante mulino con annessa torre difensiva di proprietà della potente famiglia Frangipane. Dal XIX secolo fu sede degli impianti del Gazometro, di magazzini, manifatture, imprese artigianali e abitazioni, fino agli inizi del ‘900, quando si avviano i lavori per la passeggiata archeologica. Le indagini archeologiche concluse nel 2016 hanno permesso di arricchire il quadro delle conoscenze su questo straordinario monumento e i lavori di sistemazioni dell'area ne restituiscono una lettura completa, che cercheremo di rendere ancor più esaustiva grazie all’attenzione che dedicheremo al contesto circostante. 

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