Borgo medievale irpino, luogo di storia e mistero, dominato dal castello che custodisce antiche leggende e dalla valle della Mefite, la "porta dell'inferno". Il paese è un crocevia tra passato longobardo, il fascino di una natura selvaggia e la forza dei suoi abitanti che hanno preservato la memoria.
Chiesa di Santa Maria Maggiore: risalente al XI secolo, la Chiesa è stata ricostruita e ristrutturata più volte nel corso degli anni: una prima volta nel 1728, poi nel 1950. Gli ultimi lavori di ricostruzione, effettuati dopo ilterremoto del 23 novembre 1980, hanno restituito alla popolazione locale un luogo sacro dall’originario e caratteristico aspetto in muratura, in pietra locale, e corredato di torre campanaria. Riaperta al culto il 4 agosto del 1991, la Chiesa Madre conserva al suo internoammirabili opere d’arte, tra cui una tela raffigurante "La Vergine col Bambino", di scuola napoletana e risalente al XVII secolo, un crocifisso ligneo del VXIII secolo e l’altare in stucco policromo. Sono state recuperate e restaurate, inoltre, alcune statue di santi ivi conservate, tra le quali le statue in legno di San Felice e di Santa Maria di Costantinopoli. Simbolo di fede e resistenza allo scorrere del tempo e alle calamità naturali, la Chiesa di Santa Maria Maggiore contribuisce a rendere vivo e prezioso il patrimonio artistico e religioso di Rocca San Felice.
Castello: detto anche "Donjon", è un luogo di interesse storico situato nel punto più alto del borgo irpino. La struttura difensiva venne edificata dai Longobardi, su uno sperone roccioso, a supporto di una strategia difensiva contro i Bizantini e per motivi di sorveglianza. Crolli e danni cagionati dalle calamità naturali abbattutesi nel luogo hanno alterato notevolmente la struttura della fortezza che, nel tempo, ha subito diverse modifiche e integrazioni. Dell'intera area fortificata, oggi, restano visibili: il portale che permetteva l’accesso alla struttura e che si trova oggi all’ingresso del Palazzo De Antonellis - Villani, in Piazza San Felice; la cinta muraria e ilDonjon (o torre cilindrica), che fungeva da fulcro per l’intera struttura e con cui, tuttora, viene identificato il Castello. Eretta nel XII secolo, dal diametro di dieci metri, venne costruita con una tecnica di riempimento delle due cortine di pietre che formavano la facciata interna ed esterna, per questo motivo detta “a sacco”, e si sviluppava su quattro livelli: il primo livello conteneva la cisterna, tuttora visibile; il secondo era adibito a cucina, come si desume dalla presenza del pozzo e del forno-camino; terzo e quarto livello, infine, presentavano vani con strutture residenziali. Sulla sommità del Donjon, era posta una copertura con funzione di avvistamento, costruita in modo da raccogliere le acque piovane e convogliarle, al primo livello e, quindi, alla cisterna. Benché abbia perso, con il passare dei secoli, la sua duplice funzione difensiva e residenziale, il Castello di Rocca San Felice si erge, ancora oggi, fiero sul borgo irpino e sulla splendida Valle d'Ansanto.
Chiesa di Santa Felicita: nella Valle d’Ansanto, nei pressi della Mefite. Si tratta di uno dei siti cristiani più antichi di tutta l’Irpinia, costruito per sostituire il culto pagano della dea Mefite. Della primitiva e piccola chiesa risalente al IV secolo d.C. non resta traccia perché fu distrutta completamente dai terremoti del 1688 e del 1694. Il Santuario fu completamente ricostruito dopo la Prima Guerra Mondiale. Al suo interno, la Chiesa è costituita da una sola navata e contiene importanti tele del 1573, alcune delle quali attribuite anche ad Ovidio Martino, che raffigurano il martirio di Santa Felicita e dei suoi sette figli e un mezzo busto in legno scolpito e policromo del XVII secolo che ritrae Santa Felicita. In due nicchie laterali vi si ammirano le statue di S. Lucia V. e M., e di S. Felicita M. ad altezza naturale.
Geosito della Mefite in Valle d’Ansanto: laghetto sulfureo che si apre nell’omonima località rappresenta non solo un raro fenomeno geologico di esalazioni gassose in una terra non vulcanica, bensì la sede di un santuario dedicato alladea italica Mefite, venerata anticamente dagli Irpini che, istanziatisi in questo luogo ostile, chiedevano protezione e ricchezza per fedeli e agricoltori, nonché fecondità, soprattutto per l’universo femminile. Da vero e proprio luogo di culto, l'immagine della Mefite fu convertita in epoca romana, assumendo un aspetto impervio e ostile: in una celebre citazione del VII canto dell'Eneide, Virgilio descrive la Valle d’Ansanto come un’area misteriosa, ritenuta - per le esalazioni letali - il passaggio dalla terra agli inferi. Anche Cicerone, nel suo De Divinatione, parla del luogo come funesto, sottolineandone l’atmosfera tenebrosa che proviene dalle acque sulfuree. Ancora oggi, quest’area pianeggiante e assai arida conserva un fascino tanto suggestivo: continua a sprigionare il tipico odore acre e deciso delleesalazioni gassose, che provocano il ribollire rumoroso delle acque, simile al fenomeno del vulcanismo. Questo fenomeno geologico fa del Geosito della Mefite un luogo unico, le cui emissioni condizionano le vegetazioni nell’ampio raggio dei 3 km, area in cui le specie botaniche che riescono a sopravvivere sono erbe e fieni votati alla produzione del Pecorino di Carmasciano PAT, unico perché fortemente tipicizzato a un territorio che desta, tuttora, una forte attrazione.
programma di massima
# Ore 10.30 : Raduno dei partecipanti (mezzi propri) presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore – Rocca San Felice (AV).
Visita guidata alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, la chiesa madre del paese, e alle sue diverse opere d’arte.
Al termine trasferimento (a piedi) al Castello Medievale, dominato dalla Torre del “Donjon” che risale al XII secolo.
# Ore 13.00 : Pranzo presso il ristorante La Ripa – via Ospedale 1 (nel centro storico di Rocca San Felice) – con il seguente menù: Antipasto (Sformato di patate con funghi porcini e mortadella) Primo (Zito spezzato con ragù di salsiccia affumicata e stagionata con scaglie di Carmasciano), Secondo (Stracotto di vitello all’aglianico su purea di patate), Dessert (Pasticcio di millefoglie con crema chantilly e amarena sciroppata), acqua minerale, vino e caffè.
Per prenotare il pranzo contattare il console emerito Donato Cela (donato.cela@libero.it – 377 160 3172).
# Ore 15.00 : Ripresa delle visite guidate dapprima al Santuario di Santa Felicita e successivamente alle Mefite d’Ansanto, piccolo lago sulfureo di origine vulcanica.
# Ore 17.30 : Termine della manifestazione.
Contributo di partecipazione:
– Iscritti TCI 35,00 euro;
– Non Iscritti 37,50 euro.
Prenotazioni: esclusivamente a mezzo email donato.cela@libero.it
Trasporti: mezzi propri
Volontario Touring accompagnatore e telefono attivo il giorno della visita: console emerito Donato Cela 377 160 3172
Guide: locali
Partecipanti: massimo 30 persone
Il contributo di partecipazione comprende: le visite guidate come descritte, il pranzo, l’assistenza del console, le assicurazioni per la responsabilità civile.
Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione
Le prenotazioni sono aperte.
Il Volontario Touring Accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario.
La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia.
Il Club di Territorio Paesi d’Irpinia del Touring Club Italiano si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione.
Manifestazione organizzata per gli iscritti e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.
Sono ammessi i non iscritti perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni e, quindi, iscriversi.

