Gli studenti, in ambito scolastico e sotto la guida dei docenti, hanno elaborato testi e materiali traendo ispirazione da temi bettiani individuati dalle rispettive citazioni:
- IL PAESAGGIO (Scuole primarie della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
La si vede quasi con meraviglia, uscendo dai monti, sul cocuzzolo d’un colle eminente, isolato. Dove l’occhio s’aspetterebbe di trovare un gruppo di pecore o un ciuffo d’alberi, si vede sorgere, solitario, una specie di castello con mura molto alte e irregolari sormontate da edifici pietrosi non troppo fitti di finestre, sormontati a loro volta da absidi e torri. Niente la annuncia intorno, né borgate né orti né osterie rumorose. Terminano i campi arati, s’alzano quelle mura silenziose, con cinque porte, quasi tutte ad arco, dai grossi cardini ancora infissi.
Tratto da L’Appennino camerte, anno XIV – Numero 34 –Camerino, 25 agosto 1934 – XII
- LA MEMORIA (Scuole secondaria di I grado della provincia di Macerata – lavori di gruppo)
Là sono i giorni del passato, come
rami fiorenti, fronde
serene, margherite; e di mio padre
giovane, il viso.
Là siete, api turchine
del parato d’allora,
tavolo antico rigato di sole!
Perché m’è rivedervi
tanta festa e nel petto
spina che duole?
Tratto da Il giardino della memoria, in Ultime liriche (1938-53), Poesie, Cappelli, Rocca San Casciano 1957, p. 212, vv. 1-10.
- LA GIUSTIZIA (Scuole secondarie di II grado della provincia di Macerata – lavori individuali)
CROZ: […] Questi giudici mi hanno sempre rivoltato lo stomaco. Molti di essi sono integerrimi, dignitosi… E questi saranno longevi… Sono di legno. Quanto agli altri… accostati Cust… Essi fanno giustizia! Ah ah ah. (Ride) Cioè essi esprimono il parere che certe azioni siano giuste e altre no. Come una salsiccia è appesa a un’altra salsiccia, così questo parere è appeso a dei codici… ben rilegati… e questi codici, via via, ad altri codici e leggi e tavole… sempre più antiche. L’inconveniente mio caro […] l’inconveniente è che manca il gancio principale, l’unico originale… mancando il quale… ecco tutta la fila di salsicce per terra! […] Chi è stato a stabilire che una cosa è giusta e l’altra no? Noi sappiamo benissimo che le cose… sono quel che sono, tutte uguali.
Tratto da Corruzione al Palazzo di Giustizia, atto III, scena prima, in Teatro completo, Cappelli Editore, Rocca San Casciano 1971, p. 952.
- COLPA/PIETÀ (Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Macerata, Accademia di Belle Arti di Macerata – lavori individuali)
PARSC: Considerato che dunque essi soffrono, ma vogliono soffrire; soffrono quando possiedono la terra e quando la lavorano per altri; quando sono detti buoni, e quando sono detti cattivi, quando oppressero e quando si lasciarono opprimere, quando ingannarono e quando furono ingannati; soffrono, ma vogliono soffrire perché respirano, perché sono uomini, perché vogliono vivere, piangere, sperare, e spingere avanti, avanti il loro carico […].Per questi motivi, in nome di Dio, in nome della legge; noi dichiariamo che questi uomini […] pronunciarono essi stessi ogni giorno con la loro vita, con la loro pena, la giusta sentenza; trovarono essi stessi la loro certezza. E che forse dalle mani del giudice essi dovranno avere un’altra cosa, più alta: la pietà. La pietà.
Tratto da Frana allo Scalo Nord, atto III, scena terza, in Teatro completo, Cappelli Editore, Rocca San Casciano 1971, p. 232.