In esclusiva per i soci e gli amici del Touring Club Italiano visita guidata alla scoperta della storia più remota e verace di Napoli con uno sguardo rivolto alla sua rinnovata identità, contemporanea e internazionale: Porta Capuana e il complesso di Santa Caterina a Formiello.

L’accesso ad Est per la città di Napoli, era sorvegliato dall’imponente Porta Capuana, immediatamente a ridosso dell’antico castello normanno detto Castel Capuano. Fortificata e ampliata la vecchia cinta muraria a partire dal 1484 sotto gli Aragonesi, la Porta Capuana, che guardava verso la via per Capua e dunque verso Roma, è il più importante accesso della città. La porta è caratterizzata da due torri in piperno e da decorazioni in marmo pienamente rinascimentali, dove panoplie di armi e stemmi hanno la massima attenzione e glorificano le dinastie di sovrani succedutisi a partire dagli Aragonesi fino a Carlo V.

L’accesso monumentale, immetteva direttamente allo slargo del Formiello occupato dall’antica fontana poi spostata, perché l’antico acquedotto di formali sotterranei, da cui deriva il nome, ha da sempre innervato il sottosuolo della città per l’indispensabile approvvigionamento idrico. La fontana del Formiello, monumentalizzata dal 1573 sulla preesistenza medievale, oggi si appoggia alle pareti di Castel Capuano.

Appena superata la monumentale Porta Capuana, immediatamente a destra, sorge la slanciata ed elegante chiesa di Santa Caterina a Formiello. Il nome deriva dalla vicinanza degli antichi "formali d'acqua"; l'acquedotto attraverso il quale passava l'acqua proveniente dalla sorgente della Bolla.

La chiesa fu fondata dalle famiglie Zurlo e Aprano. Nel 1451 la struttura ospitò i frati dell'ordine dei Celestini (fondato da Celestino V). L'edificio di culto è una delle più importanti chiese napoletane del rinascimento. I lavori, iniziati nel 1505 su progetto dell'architetto Romolo Balsimelli, di Settignano, presentano influenze stilistiche toscane legate alle esperienze di Brunelleschi e di Giuliano da Sangallo. Il portale del secolo XVII è opera di Francesco Antonio Picchiatti. Dal 1514 è il grande chiostro realizzato da Fiorentino Della Cava. Ulteriori interventi furono realizzati in seguito secondo il gusto barocco classicheggiante.

La volta, a botte, presenta tre riquadri in cui sono raffigurati episodi della vita di Santa Caterina, di mano di Luigi Garzi che realizzò anche i peducci della cupola terminata poi da Paolo De Matteis nel 1712. La volta e le lunette del transetto furono affrescate dal fiammingo Guglielmo Borremans tra il 1708 ed il 1709 e raffigurano San Domenico e la Vergine che placano l'ira del Redentore. Ai lati figurano la Madonna che appare a San Giovanni Evangelista e San Domenico che allontana gli infedeli.

Il sottostante Cappellone a destra dell'altare è dedicato alla Vergine del Rosario alla quale si attribuì la vittoria della battaglia navale di Lepanto del 1571. L'altro Cappellone è dedicato a San Domenico. La volta dell'abside presenta il trionfo di Giuditta del Borremans. Sull'acquasantiera, il tondo in altorilievo, raffigurante la Vergine con il Bambino è attribuita ad un allievo di Annibale Caccavello (1540 circa).

Le Cappelle furono decorate, nel Settecento, dal marmoraro Francesco Antonio Gandolfi.

Alle pareti si ammirano tele di Paolo De Matteis, Santolo Cirillo, Paolo Tenaglia, Giacomo Del Po e Luigi Garzi. Lo spazio della crociera e del presbiterio è caratterizzato da lapidi e sepolcri della famiglia Spinelli, eseguiti, nell'ultimo quarto del Cinquecento, dagli scultori napoletani Giovan Domenico e Girolamo D'Auria, Annibale e Salvatore Caccavello e dal lombardo Silla Longo. Gli stalli lignei del coro, intagliati con ricchi ornamenti manieristici, sono del bresciano Benvenuto Tortelli (1566). Sotto l'altare della quinta Cappella a sinistra sono conservate le reliquie dei beati martiri d'Otranto massacrati dai turchi nel 1489.

Alla chiesa di Santa Caterina a Formiello appartengono due chiostri, inglobati nelle strutture di epoca successiva e che costituiscono un unicum di archeologia urbana: uno, quello grande, che attualmente è profondamente trasformato, l'altro, è invece quello il piccolo ed è dedicato a Santa Caterina da Siena.

Al 1514 è documentato il grande chiostro a due ordini di archi e pilastri di forme mormandee (si vedano i tipici capitelli ionici) eseguito da Antonio Fiorentino della Cava.

L'accesso al chiostro piccolo, su cui affaccia l'Arciconfraternita del Santissimo Rosario in Santa Caterina a Formiello, avviene tramite la sacrestia della chiesa. Qui, oltre agli affreschi gravemente danneggiati tardo cinquecenteschi, si trovano due sepolcri provenienti dalla cappella Raviniano all'interno della chiesa: quello di Giacomo Guindazzo ed Ippolita Carmignano, degli anni 1520-32, e l'altro di Giovanni Raviniano e Lucrezia Forma, del 1539 circa. Al centro è invece un'architettura industriale lignea superstite del cambio di destinazione d'uso che colpì il chiostro nel corso dell'Ottocento.

Nel 1806 infatti, il monastero ed i chiostri furono sequestrati nel giro di 15 giorni ai monaci domenicani dopo la soppressione dell'ordine religioso voluta da Gioacchino Murat; col ritorno alla guida della città della dinastia borbonica, sotto il regno di Ferdinando I gli spazi furono adibiti a lanificio militare. L'attività industriale del complesso fu sin da subito molto proficua per la città, arrivando ad impegnare nella manodopera fino a quattrocento unità lavorative. Ciò causò vaste alterazioni al disegno originario dovute a tamponature di arcate, alla copertura del chiostro piccolo affrescato, a superfetazioni, nonché all'aggiunta di nuove strutture quali ciminiere e un padiglione nel chiostro grande, che hanno però formato, in pieno centro cittadino, un singolare monumento di archeologia industriale.

Dopo l'Unità d'Italia il lanificio cessò di operare mentre nel corso del Duemila tutto il chiostro piccolo fu interessato da un radicale intervento di restauro intrapreso dalla fondazione "Made in Cloister", conclusosi nel 2016.

Come arrivare:

# Ore 9.30 : Ritrovo dei partecipanti (mezzi propri) a Porta Capuana – Napoli.

Altre informazioni utili:

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programma

# Ore 9.30 : Ritrovo dei partecipanti (mezzi propri) a Porta Capuana – Napoli.

Inizio della visita guidata.

# Ore 12.30 : Termine della manifestazione.

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Guida: Rosa Maione

Partecipanti: min 20 – max 30 persone

La quota comprende: il compenso per la guida, le spese organizzative del Punto Touring di Napoli, l’assistenza del console, le assicurazioni per la responsabilità civile.

Il costo del biglietto d’ingresso è a carico dei singoli partecipanti per consentire a chi ha diritto alla riduzione o all’esenzione di poterne usufruire.

La quota non comprende: il biglietto di ingresso, le spese di carattere personale e tutto quanto non specificato.

Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione:

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Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.

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