Quanti passi, preghiere e sogni si sono consumati tra le possenti mura del complesso benedettino di san Gregorio Armeno. Sono state davvero “ribelli” o vittime di una inesorabile e ingiusta scelta familiare, le monache come Fulvia ed Enrichetta Caracciolo, che hanno lasciato un’importante memoria della vita monastica nel XVI e XIX secolo?

Fulvia è condotta nel monastero all’età di 2 anni e qui vive tutta la sua vita con estrema devozione. Dall’intelligenza vivace e attenta, diventa braccio destro della Badessa, amministratrice dei beni comuni ed economa sovrintendente ai lavori di costruzione e ristrutturazione del monastero. Tra il 1541 al 1579 scrive Le monache ribelli per il proprio compiacimento e per quello delle sue sorelle, presenti e future. Per la prima volta si “condividono” gli eventi, le difficoltà e gli affanni di tante donne che vivono in questo monastero femminile all’indomani del Concilio di Trento (1545 - 1563). Con affranto racconta di chi si sottomette alla nuova regola e di chi la rifiuta chiedendo perdono alla Badessa prima di abbandonare san Gregorio Armeno, in un momento così intenso e condiviso che: “e líuna sentiva il dolor dellí altra et con tanta gravezza et abondanza di lagrime cí harriano provocato a piangere con noi ogni dur core”.

La vita di Enrichetta può essere paragonata a un romanzo, anche se in questa lunga e straordinaria storia vive una prima battuta di arresto quando, con l’inganno, viene condotta in convento da sua madre “solo” per una breve permanenza; anche Enrichetta, come Fulvia, è una vittima di quel malcostume già diffuso dal Cinquecento e noto come “monacazione forzata”.

Enrichetta è sensibile, romantica e tenace, vive la clausura, ritrovandosi in un ambiente poco compatibile con il suo temperamento. Viene tacciata di essere una rivoluzionaria perché legge ad alta voce i giornali della rivoluzione e aderisce a società segrete.

Osserva e accetta malvolentieri tutto fino a prendere poi i voti perché: “morto il passato, estinto l’avvenire per me; le memorie un vano sogno: le speranze un delitto”. Anche se osteggiata dall’arcivescovo Riario Sforza, Enrichetta non perde mai la speranza di abbandonare il monastero. Dopo 9 anni ottiene il trasferimento nel Conservatorio di Costantinopoli, che le impone una rigida clausura. Lo Sforza continua ad ostacolarla ma non può impedirle di lasciare questa sede a causa di un esaurimento nervoso, anche se solo per breve tempo visto che l’alto prelato si impegna e riesce a negarle il rinnovo del nullaosta.

Solo il provvidenziale aiuto di sua madre (pentita dell’inganno) le consente di evadere e rifugiarsi a Capua, protetta dal Vescovo e da un amico sacerdote e con la promessa di seguire la regola delle canonichesse di sant’Anna. Tutto questo non dura molto perché Riario Sforza la fa arrestare e condurre nel ritiro di Mondragone, dove le viene negato tutto, anche leggere e scrivere.

Qui Enrichetta tenta il suicidio ma sopravvive e continua la sua comunicazione clandestina con l’esterno. Dopo due anni e mezzo, ottiene il permesso di lasciare il ritiro per andare a Castellammare di Stabia per motivi di salute. Abbandona l’abito monastico e indossa solo il velo nero. Da quel momento come donna del Risorgimento compie molti trasferimenti per la sua attività cospirativa contro i Borbone e sempre in fuga dalle spie del re, fino all’Unità d’Italia.

Nella sua tumultuosa vita pubblica le sue memorie col titolo Misteri del chiostro napoletano, esordio letterario che le dà tanto successo ma anche la scomunica. A questo libro ne seguono molti altri, tra cui un Proclama alla Donna Italiana in cui esorta le donne a sostenere la causa nazionale e entra a far parte del Comitato femminile napoletano per i diritti femminili.

Nel corso di questo itinerario visiteremo la chiesa e il monastero di san Gregorio Armeno (chiostro, salotto della Badessa, coro e refettorio) e approfondiremo la conoscenza delle opere di Fulvia ed Enrichetta Caracciolo.

Locandina

Altre informazioni utili:

programma di massima

# Ore 09.45 : Ritrovo dei partecipanti in Piazza san Gaetano

# Ore 10.00 : Inizio visita

# Ore 12.00 : Fine visita

Quota di partecipazione:

Iscritto Tci       € 10.00

Non Iscritto     € 12,00

Prenotazioni:

Da 01/03/2024 fino ad esaurimento posti esclusivamente a mezzo email napoli@volontaritouring.it

Trasporti: Mezzi propri

Volontario Touring accompagnatore e telefono attivo il giorno della visita: console Giulio Colella 335 127 2933

Guida: Monica Fiscale

Numero max per gruppo di visita: 50 visitatori

La quota comprende: Il biglietto d’ingresso, l’assistenza del console, le assicurazioni per la responsabilità civile, il noleggio delle radioguide, la guida

Modalità di pagamento e condizioni di partecipazione:

Pagamento il giorno della visita ad incaricato del Club di Territorio di Napoli

La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia

ll Volontario Touring Accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario. Il Club di Territorio di Napoli del Touring Club Italiano si riserva il diritto di accettare o meno la prenotazione.

Manifestazione organizzata per gli Iscritti e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.

Sono ammessi i non Iscritti perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni, e quindi iscriversi al Touring Club Italiano.