E’ stata inaugurata nel pomeriggio di giovedì 15 giugno a Cherasco, nel Palazzo Salmatoris, la Mostra del pittore Romano Reviglio.
Cheraschese, amante della sua città, che non volle mai abbandonare, ci ha lasciato una grande quantità di opere, significative di un’epoca artistica che va dagli anni Cinquanta fino ai primi anni Duemila, nella quale è sempre stato protagonista.
Fu indipendente, ma osservatore attento delle novità e degli sviluppi nel campo della pittura, talvolta capace di una sintesi originale tra gli esempi dei fermenti avanguardisti e il proprio “stile” pittorico, ma non permettendo mai che questo venisse travolto e mutato, mantenendo sempre la propria libertà di artista.
La mostra rivisita il percorso di un pittore raffinato, impegnato in una continua ricerca formale e poetica. Pone in evidenza i “temi” della sua pittura: le architetture sognate e irreali, dai colori accesi, che prendono forma attraverso rapidi e decisi tratti di inchiostro di china, i velieri persi nell’azzurro, diretti verso i luoghi del sogno, l’” Isola che non c’è”, sempre uguale e sempre diversa, e poi i dipinti astratti, da lui chiamati “Pagine” nei quali la superficie della tela viene divisa in riquadri popolati da forme sempre diverse, talvolta geometriche, nelle quali i colori si intrecciano e si sovrappongono in una ricca e brillante tavolozza. E poi, a partire dagli anni ’80, i grandi dipinti informali, cui si dedicò attraverso una ricerca rigorosa e difficile: grandi tele dalle forme dure, con colori decisi e talvolta cupi, fortemente espressivi. Tele che non concedono nulla al valore decorativo e che rappresentano per lui un approdo, la sintesi definitiva del suo straordinario percorso artistico.
Romano Reviglio ci ha lasciati nell’aprile del 2008, ma la sua pittura continua ad affascinarci e a regalarci emozioni: i suoi velieri ci portano in luoghi lontani e sconosciuti, nei luoghi dell’anima, la sua “isola che non c’è” ci offre rifugio, avvolgendoci in incanti sempre nuovi e i suoi colori ci regalano armonia e bellezza.
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