In esclusiva per gli Iscritti e gli Amici del Touring Club Italiano una giornata a Faicchio, che alcuni identificano con l’antica città sannita di Faefola. Il paese, ricompreso nel Parco del Matese, è noto per il paesaggio, la storia, le tradizioni ed i sapori. Con questa visita il Touring Club Italiano intende rimarcare l’impegno per l’istituzione del Parco Nazionale del Matese, ancora bloccata dopo oltre trenta anni di attesa e nonostante la legge 205 / 2017.
Faicchio è un centro agricolo della valle del Titerno, in bella posizione scenografica alle falde del Monte Monaco di Gioia m. 1332, inserito nel Parco regionale del Matese. È forse l’oppidum sannitico Faifola, situato poco lontano da Telesia, ricordato da Tito Livio ed espugnato da Quinto Fabio Massimo durante la seconda guerra punica. Il toponimo trae origine dal latino fagus, faggio, albero ancora molto presente nei dintorni, soprattutto sul Monte Acero. Nel Medioevo appartenne in feudo ai Sanframondo, che mantennero la signoria fino alla metà del Quattrocento, quando il conte Giovanni V ne fu spogliato per aver militato a favore dei francesi nell’aspra lotta tra gli angioini e gli aragonesi. Faicchio restò in possesso della Corona fino al 1467, quando venne venduto con pactum de retrovendendo a Pietro Cola D’Alessandro, presidente della Real Camera di Santa Chiara.
Nel 1479 fu acquistato da Giovanni Monsorio, maggiordomo del re Ferrante; altri feudatari furono gli Origlia e i De Stasio. Nel 1612 divenne proprietà dei De Martino, di origine napoletana, che lo tennero con il titolo di barone e poi con quello di duca, fino all’abolizione della feudalità. Faicchio è patria del matematico e filosofo Niccolò de Martino (1701-69), del fisico, vulcanologo e filosofo Luigi Palmieri (1807-96) e dell’insigne chirurgo Giovanni Pascale (1859-1936), che creò a Napoli l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori. Al centro dell’abitato si erge il Castello ducale, risalente al sec. XV, restaurato e in parte trasformato nelle attuali proporzioni ad opera dei De Martino. L’edificio ha la forma di poligono irregolare, quattro torri cilindriche agli angoli e una finestra durazzesca. Il portale è ornato da una corona di bugnato composta da rocchi alternativamente stretti e larghi, secondo la tipica maniera seicentesca. Sull’ingresso si attraversa un breve tratto coperto da una volta a botte, che immette in un vasto cortile. Restaurato nel 1962, il castello è addobbato all’interno in stile medioevale e trasformato in albergo-ristorante. In posizione più elevata è la Chiesa del Carmine, con maestosa facciata, bella cupola e, nel luminoso interno, un notevole altare maggiore in marmi colorati. Sulle pendici del Monte Monaco di Gioia, è il Convento di S. Pasquale m 325, francescano, con annessa chiesa; lì vicino i resti di un’arce sannitica del sec. IV a.C., coeva della cinta del Monte Acero, che insieme costituiscono notevoli avanzi di architettura militare sannitica. Sul monte Erbano, intorno ai 500 m., la suggestiva grotta di san Michele Arcangelo conserva affreschi di epoca longobarda. Il territorio è percorso dalla via Francigena, lungo il cui cammino il ponte romano intitolato a Quinto Fabio Massimo attraversa le gole del Titerno.
Marafi - Castrum Marafi risale a data antichissima, così come riferisce lo storico Meomartini. Probabilmente segnalava il confine tra i Sanniti Caudini e i Pentri. Il nome Marafi fa presupporre uno scopo difensivo dalle incursioni dei Greci e dei Saraceni, che fino ai secoli X-XI imperversavano in tutto il territorio. Notizie più certe del gruppo di Corti nell’ager di Faicchio risalgono al 1187 in occasione del patto di unione stretto in occasione della Crociata in Terra Santa indetta da Gregorio VIII sotto Guglielmo il Buono. Nella seconda metà del sec. XV il feudo fu acquistato dalla Real Camera e rivenduto nel 1479 a Giovanni Monsorio, maggiordomo di Corte. Castrum Marafi risulta ancora esistente nel sec. XVI, indicato come feudo Baronale in un istrumento redatto dal Notaio Bettinelli di Napoli in data 12 novembre 1551 tra il Barone Paolella di Puglianello e D’Autellis di Marafi. Correva l’anno 1612 quando il feudo divenne proprietà di Gabriele De Martino, i cui discendenti lo mantennero fino all’abolizione delle feudalità.
Torre Vecchia di Marafi. Con un’estensione di oltre 80 ettari ed immersa in un incantevole scenario lussureggiante alla confluenza dei fiumi Titerno e Volturno, sorge la Dimora storica Torre Vecchia di Marafi. La vasta tenuta comprende resti di antiche abitazioni coloniche e, annessi alla Torre fortificata, gli archi a tutto sesto e la Chiesa medievale di Sant’Andrea, che fino al 1407 formò Rettoria con il titolo di Sant’Andrea di Cortesano, meta di pellegrini, nobili, prelati e cavalieri. In questa atmosfera suggestiva, in cui echeggiano storia e tradizioni del Sannio e della Campania, si gode appieno lo spettacolare paesaggio, la cucina tipica locale e un’accoglienza autentica. A Torre Vecchia di Marafi il rispetto della tradizione viene osservato nella preparazione di antiche ricette del Sannio, proposte da una cucina genuina, sulla base di una attenta ricerca di materie prime di altissima qualità. Adiacente alla struttura principale, l’azienda agricola si occupa dell’allevamento in selezione di ovini della pregiata razza Laticauda, tipica di queste zone. Gli animali si nutrono al pascolo di foraggi freschi integrati da cereali e foraggi secchi prodotti in azienda.
Vantaggi per gli iscritti del Touring Club
programma di massima
# Ore 10.00 : Ritrovo dei partecipanti (mezzi propri) davanti al Bar -Pasticceria Della Minerva – Strada provinciale 83, n. 17 – Faicchio (BN).
# Ore 10.30 : Visita guidata al centro storico di Faicchio.
# Ore 13.30 : Pranzo facoltativo presso l’Agriturismo Torre Vecchia di Marafi – Faicchio – al costo di € 30,00 a persona – con il seguente menù: Antipasto Torre Vecchia – tradizioni e sapori (prosciutto, capocollo e pancetta del Matese, formaggio pecorino Laticauda con marmellata di fichi, crostino di ricotta mantecato con miele di acacia e mandorle tostate, rustico di sfoglia, frittatina al finocchietto selvatico ed erbette di campo); Due assaggi di primo (timballo di tagliatelle alla boscaiola con pomodorini, guanciale, provola affumicata, melanzane e zucchine – cavatelli al ragù sannita); Secondo (maialino casertano alle erbe aromatiche con dadolata di funghi porcini e tocchi di patate al forno con salvia e rosmarino); Dessert (dolce della casa); vino della casa, acqua e caffè.
Il pranzo deve essere prenotato insieme alla prenotazione della visita.
# Ore 16.00 : Nella Chiesa di Sant’Andrea di Marafi la cantante lirica Tetyana Shyshnyak, presidente e direttore della Schola Cantorum “OrbiSophia”, terrà una breve lectio sul canto beneventano abbinata all’ascolto di alcuni brani.
Al termine, visita alla vasta tenuta.
Quota di partecipazione
– Iscritti TCI € 5,00
– Non Iscritti € 8,00
Prenotazioni: dall’1/1/2024 al 10/4/2024 a mezzo email: benevento@volontaritouring.it o enzo@rotolandoversosud.it
Trasporti: mezzi propri
Volontario Touring accompagnatore : vice console Giovanni Liparulo
Telefono attivo il giorno della visita: console Alfredo Fierro 328 882 6562
Guide: locali
Partecipanti: minimo 20 – massimo 40
La quota comprende: le visite guidate come da programma, le assicurazioni per la responsabilità civile.
La quota non comprende: il pranzo facoltativo (30 euro a persona) le spese di carattere personale e tutto quanto non specificato.
Il Club di Territorio di Benevento si riserva di accettare o meno la prenotazione.
Manifestazione organizzata per gli iscritti e gli amici del TCI e soggetta al regolamento della Commissione regionale consoli della Campania. Sono ammessi in via eccezionale i non iscritti perché possano constatare la qualità e l’interesse delle nostre manifestazioni, e quindi iscriversi.







